In tempi come questi ci sono persone disposte a credere a qualunque cosa: anche che le statue siano in realtà esponenti di un antico popolo tramutati in pietra. Leggete un po’ qui
Le statue non sono stature
Sì, esiste una teoria del complotto anche sulle statue, come ne esiste una su praticamente qualunque cosa. E del resto ormai ne abbiamo a disposizione una vasta gamma, da quella sugli uccelli finti a quella che sostiene che la Terra si trova in un buco nero; al confronto, le vecchie teorie terrapiattiste sanno quasi (quasi, sottolineiamo) di bei tempi andati.
Questa delle statue la ripeschiamo dai tempi dell’alta pandemia, quando era se possibile più facile di oggi credere a qualunque complotto assurdo: impazzavano le teorie sui microchip nei vaccini e sui complotti politici dei rettiliani, QAnon aveva una enorme popolarità e il 6/1, l’attacco a Capitol Hill in America, era già dietro l’angolo.
Il David di Michelangelo: troppo perfetto
In tutto questo, spuntava sul finire di quell’anno critico che era il 2020 un nuovo grido al complotto: guardate il David di Michelangelo, vi sembra vero? Ovviamente, difficile da credere ammirando i perfetti particolari di quella che rimane una delle sculture capolavoro nella storia della nostra arte e simbolo stesso del rinascimento.
Difficile da credere e perciò, per alcuni netizen, non credibile. In un post su quello che ai tempi era ancora Twitter (ora rimosso) tale era la posizione di un gruppo di complottisti italiani che credevano nella teoria di Tartaria, sostenendo che il David e altre statue similmente perfette siano in realtà esseri viventi veri ma pietrificati. Nello specifico: dei giganti.
Il popolo perduto di Tartaria
Spieghiamo. Secondo i sostenitori di questa versione della storia alternativa, fino a poco più di un secolo e mezzo fa il mondo era abitato da un popolo di giganti appartenenti alla civiltà di Tartaria: alti anche cinque metri (come il David; la cosa giustifica anche, per esempio, gli enormi ingressi delle antiche cattedrali) si sarebbero poi estinti in seguito a una “valanga di fango”.
I colpevoli? Una razza di alieni, che come in un’epica lovecraftiana sarebbero giunti a far strage dei tartariani provvedendo poi ad asservire noi, che ne siamo i discendenti, rendendoci molto più piccoli e privi di ogni loro eccezionalità. Tutta la storia passata sarebbe stata quindi fabbricata ad hoc da codesti alieni, per nasconderci il nostro stesso passato.
La cultura e il trash
Quindi, il David sarebbe nient’altro che un esempio di tartariano rimasto in qualche modo pietrificato per via di questa valanga di fango, e lo stesso varrebbe per molte altre eclatanti statue classiche. Lo stesso, manco a dirlo, spiegherebbe anche la costruzione di monumenti come le Piramidi, il Colosseo, Stonehenge e via dicendo, vestigia dell’antica civiltà scomparsa.
Rispetto ad altri scenari, questo legato al popolo di Tartaria non è sopravvissuto agli anni d’oro del complottismo ed è un po’ caduto nell’oblio. Paradossalmente, ci rimane come esempio affascinante (ma risibile, beninteso) di una certa sottocultura dei social in un periodo storico critico: la negazione dell’arte alta che genera una forma di arte bassa (trash, dicasi).