Jim Carrey è riuscito a dare vita a uno dei villain più iconici della storia dei videogiochi: ecco perché quello del dottor Robotnik è uno dei ruoli definitivi della sua carriera
Jim Carrey e il Dr. Robotnik
Jim Carrey ha fatto di tutto: l’Enigmista, acerrimo nemico di Batman; lo spaesato Truman protagonista a sua insaputa di un reality; l’incontenibile Ace Ventura, amante degli animali e investigatore a tema; Andy Kaufman, storico e geniale comico americano che ha segnato la storia della televisione.
Ma questo è forse il suo ruolo più eccentrico e atipico: quello del Dr. Robotnik (a.k.a. Dr. Eggman), ossia uno degli iconici villain dei videogiochi. Si tratta nientemeno che dell’avversario di Sonic, il riccio blu famosissimo personaggio del mondo videoludico e popolarissimo negli anni ’90.
Il nemico di Sonic
Il Dr. Robotnik è per molti versi il classico scienziato pazzo. E come tale, come vale poi per altre figure simili nel panorama videoludico (il Dr. Neo Cortex di Crash Bandicoot, per esempio), la sua mira è conquistare il mondo servendosi di invenzioni avveniristiche e sfruttando la sua genialità fuori misura.
Nei videogiochi, almeno nei titoli classici, si tratta principalmente di una figura di contorno, inserita come cattivo ma allo stesso tempo non necessariamente approfondita più di tanto. Solo poi, nei titoli più recenti e nelle serie animate o spin-off vari, il Dr. Eggman è divenuto un individuo più tridimensionale.
Un personaggio bambinesco
Il villain di Jim Carrey cade un po’ a metà strada. Inizia come personaggio semi-istituzionale, le cui estrose invenzioni sono tollerate ma il cui comportamento è già borderline. Ma nei film, fin dalla prima apparizione, non ci sono dubbi: questo personaggio è matto, nonché cattivo. Fin dall’inizio è immancabilmente l’antagonista.
Questo forse non ricalca lo spessore di altri villain videoludici, ma del resto è ben chiaro come i due film di Sonic siano stati prodotti come film per ragazzi, senza grandi pretese che andassero oltre il puro bisogno di intrattenimento. In questo, Carrey si cala per una volta in un ruolo che è anche molto bambinesco, poco adulto, per non dire cartoonistico. Cosa, attenzione, per niente facile a farsi.
Si dice spesso che la riuscita di una storia si misura dal carisma del buono quanto da quello del cattivo. In questo caso funzionano entrambi: Sonic è Sonic, ma non si può negare che è Eggman quello che buca lo schermo. Fin dalla sua prima scena è un cattivo meraviglioso, a tutto tondo, estremamente intrigante.
Non solo: è malvagio, ma anche molto molto divertente. Non guasta poi che la sua appariscenza, ben studiata, richiami quella storica che tutti ricordano dai giochi della propria infanzia ma sia anche rimodellata per essere credibile, umana persino. In questo colpisce e convince una volta di più, meglio forse di molti altri cattivi dei cinecomic o del cinema blockbuster contemporaneo.