Paola Cortellesi ha inaugurato l’anno accademico dell’università Luiss Guido Carli con un monologo sul sessismo nelle fiabe. La star dei botteghini con C’è ancora domani ha spiegato che le storie per bambini sono piene di quei luoghi comuni che costruiscono l’immaginario collettivo delle donne e aiutano a sedimenticare la cultura patriarcale in Italia.
Siamo sicuri che se Biancaneve fosse stata una cozza il cacciatore l’avrebbe salvata lo stesso? Perché il principe ha bisogno di una scarpetta per riconoscere Cenerentola, non poteva guardarla in faccia?
E ancora:
Biancaneve faceva la colf ai sette nani!
Con queste parole la regista ha voluto evidenziare uno schema ripetuto in quasi tutte le favole, dove le donne hanno un ruolo o perché sono particolarmente belle o perché sono cattive e malvagie mentre agli uomini, nelle vesti di principi e cacciatori, spetta il compito di salvare il mondo.
Andando avanti Paola Cortellesi ha voluto lanciare un monito alla sua platea di giovani, in particolar modo agli studenti maschi presenti in sala, ricordando loro di rispettare le loro compagne e le donne in generale e poi ha concluso dicendo:
Rimanete originali, siate pazzi, ma non per forza straordinari
Grazie al suo C’è ancora Domani, la Cortellesi negli ultimi giorni è divenuta la regista col maggior successo nell’era post pandemica. Con gli ultimi biglietti strappati infatti, la pellicola ha raggiunto le 5.087.166 presenze, superando addirittura Avatar: La Via dell’Acqua fermo a 5.058.147 biglietti. Inoltre, con i suoi 34.744.506 di euro incassati, C’è ancora Domani è di gran lunga il miglior risultato al botteghino nazionale dell’anno e il quinto miglior della nostra storia, dietro solo ai film di Checco Zalone.
Che ne pensate?
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