Vi ricorderete quando, qualche tempo fa, la Ian Fleming Publications Ltd, detentrice dei diritti dei libri di James Bond, aveva deciso di riscrivere parte dei testi per rimuovere i contenuti ritenuti offensivi (qui i dettagli). Ebbene, ora è la volta dei film.
Gli spettatori britannici riceveranno infatti un avvertimento, sotto forma di disclaimer, da parte del BFI, l’organismo incaricato di promuovere e preservare il meglio del cinema britannico. Prima di alcuni film, tra cui Goldfinger e Si vive solo due volte si può leggere infatti:
Si prega di notare che molti di questi film contengono linguaggio, immagini o altri contenuti che riflettono le opinioni prevalenti all’epoca, ma causeranno offesa oggi (come allora). I titoli sono inclusi qui per ragioni storiche, culturali o estetiche e queste opinioni non sono in alcun modo approvate dal BFI o dai suoi partner
Un ulteriore avvertimento online per Si vive solo due volte afferma che il film “contiene stereotipi razziali obsoleti“. Il personaggio di Oddjob, che soffre di palatoschisi, è stato evidenziato da alcuni attivisti come un esempio di cattivi a cui sono state date deturpazioni fisiche o disabilità. Nel libro, anche l’etnia del personaggio coreano viene spesso commentata, ed è chiaro che Bond vede i coreani come “inferiori alle scimmie”.
Ma non solo i film di Bond. Nell’elenco dei film che usufruiranno di questo disclaimer è incluso anche il film di Peter Sellers del 1960 I gangsters di Piccadilly, che contiene un avvertimento specifico che avvisa gli spettatori di “atteggiamenti e linguaggio razzisti”, insieme a Un uomo da marciapiede. Un ulteriore avvertimento per il film del 1969 con Jon Voight e Dustin Hoffman afferma che include “linguaggio omofobico e violenza sessuale”.
Nell’elenco ci sono anche La scogliera dei desideri, con Elizabeth Taylor e Richard Burton, il primo film di Judi Dench Alle 4 del mattino, due uomini… due donne, Bisbigli e Bisbigli, per i quali è stato incluso un avvertimento specifico per “scene di violenza domestica”.
Jenny Hanley, Bond Girl in Agente 007 – Al servizio segreto di Sua Maestà ha parlato di questa decisione della BFI, dicendosi furiosa.
È un insulto, trovo che sia offensivo darci un avvertimento – dice l’attrice. È come se si dovesse fare da babysitter al pubblico. Tutti tendono a sapere un minimo di un film che si sta per vedere. Primo, perché costa così tanto al giorno d’oggi, ma poi perché non vuoi andare a vedere un film di cui non sai nulla.
I film di Bond sono stati realizzati negli anni ’60, sai cosa aspettarti. Ho cercato la definizione di “woke” e in origine “woke” significava essere “vigili sull’ingiustizia nella società”. Era un termine americano che era di moda negli anni ’60 e la definizione ora è cambiata. Oggi pare che se sei infastidito da qualcosa, sei la parte innocente, colpita. Sei “woke” e tutti gli altri hanno torto.
Che ne pensate?
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