Quando si parla di menti geniali, spesso si fa riferimento a Einstein, Darwin o anche Oppenheimer. Tuttavia difficilmente si sente pronunciare il nome di Fritz Haber, sebbene si debba a lui una delle creazioni più rivoluzionarie della storia dell’agricoltura oltre che di una delle armi più distruttive che il mondo abbia mai visto.
La sua storia inizia con l’invenzione di un processo che ancora oggi aiuta a nutrire miliardi di persone in tutto il mondo. Nato in Polonia nel 1868, Fritz Haber era fissato con l’idea di risolvere la carenza di cibo nel mondo causata dalla crescita della popolazione. Dopo essere diventato professore di chimica fisica ed elettrochimica presso l’Istituto di tecnologia di Karlsruhe, iniziò a lavorare su un processo che avrebbe convertito il gas azoto presente nell’atmosfera terrestre in un composto utilizzato nei fertilizzanti.
Questo divenne noto come processo Haber-Bosch di sintesi e produzione di ammoniaca da azoto e idrogeno (e successivamente industrializzato da Carl Bosch, cognato di Haber). Secondo uno storico dell’agricoltura mondiale, il processo è stato
Probabilmente l’innovazione tecnologica più importante del 20° secolo poiché sostiene la base alimentare per l’equivalente della metà della popolazione mondiale odierna – si legge sullo Smithsonian Magazine
Un anno dopo lo scoppio della Prima Guerra Mondiale nel 1914, Fritz Haber divenne consulente del Ministero della Guerra tedesco, dove iniziò per la prima volta a sperimentare con i gas di cloro per un potenziale utilizzo sul campo di battaglia. L’uso di tali gas velenosi era severamente proibito dalla Convenzione dell’Aia, ma con le pesanti perdite tedesche contro le forze britanniche e francesi, Haber divenne sempre più disposto a utilizzare tali armi in prima linea.
Tuttavia ebbe difficoltà a trovare qualche comandante dell’esercito tedesco che accettasse anche solo un test sul campo, con un generale che definì addirittura “non cavalleresco” l’uso di gas velenosi. Secondo la biografa Margit Szollosi-Janze
Fritz Haber ha detto che se vuoi vincere la guerra, allora, per favore, intraprendi la guerra chimica con convinzione
Nel 1915, Haber stesso era in prima linea, escogitando modi per dispiegare con precisione gli attacchi letali di gas che avrebbero risparmiato le truppe tedesche, pur uccidendo il maggior numero possibile di combattenti nemici. Alla fine, calcolò che sarebbero bastati forti venti per portare via il gas di cloro dalla linea tedesca e nell’aprile di quell’anno furono rilasciate più di 168 tonnellate di gas di cloro da quasi 6000 contenitori. La nuvola si posò su circa 10.000 soldati. Si ritiene che più della metà sia morta per asfissia in pochi minuti.
Nella confusione, i primi rapporti dicevano che i tedeschi stavano lanciando “bombe al cloruroper mezzo di una fionda, come quelle che usano i ragazzi per lanciare pietre”. Il Washington Post riferì che le truppe britanniche e francesi furono fatte “impazzire dalle bombe a gas” e che coloro che sopravvivevano “combattevano come demoni”, ma senza alcun risultato.
Un anno dopo la sconfitta della Germania nella Grande Guerra, Fritz Haber fu onorato con un molto discusso Premio Nobel. Alcuni eminenti colleghi e precedenti vincitori si rifiutarono di presentarsi, in segno di protesta per il coinvolgimento dei tedeschi nello sforzo bellico. Milioni di persone morirono a causa della sua scoperta del gas cloro, mentre altri miliardi sono stati probabilmente salvati dal suo processo Haber-Bosch con l’ammoniaca. Nonostante tutto il bene che continua a fare nel mondo moderno, è ancora considerato da molti come il “padre della guerra chimica” e, come tale, la sua eredità oggi è tutt’altro che semplice da apprezzare.