Continua la bagarre mediatica attorno a Chiara Ferragni alla quale ha deciso di unirsi anche Guè. Qualche giorno fa, come saprete, l’Antitrust ha multato la società di proprietà dell’influencer a pagare un milione di euro per la vicenda relativa al pandoro Balocco che l’ha vista protagonista. Anche l’azienda dolciaria è stata ritenuta colpevole e condannata a pagare 400 mila euro (qui tutti i dettagli).
Dopo che la notizia è arrivata all’orecchio di tutti, l’influencer ha pubblicato un video di le scuse (qui per vederlo) nel quale ha spiegato come sia stato tutto un errore di comunicazione. Ebbene il celebre rapper, a distanza di qualche giorno dai fatti, ha voluto lanciare una frecciatina all’influencer durante un concerto, dicendo:
Volevamo fare un discorso in realtà. Per poi dare dei soldi in beneficenza, ma poi invece intascarceli. Andiamo a spenderli in uno strip club
Chiaramente quello di Guè non è l’unico attacco mosso a Chiara Ferragni. Recentemente infatti Diana Lanciotti, fondatrice dell’associazione no profit Fondo Amici di Paco, con la quale vengono aiutati migliaia di cani bisognosi, sul suo sito ha scritto:
Più si sale in alto più, quando si cade, ci si fa male. Il caso Ferragni, che in questi giorni occupa ossessivamente le cronache, è emblematico. Questi due ragazzi ricchissimi, che parevano poter spaccare il mondo, abituati a vivere nel lusso (ostentatissimo) e a non dover desiderare nulla perché ancora prima di formulare il pensiero se lo sono già regalato, sono l’esempio di come cadendo dall’alto la botta sia tremenda. A volte c’è anche un rimbalzo, che peggiora la situazione
Dal pandorogate all’uovodipasquagate il passo (o il rimbalzo) è stato tragico. E per due abituati a sentirsi qualcuno solo se esposti (o superesposti) alla pubblica invidia deve trattarsi davvero di una tragedia. Non è facile, quando una donna viene attaccata e da colpevole si fa passare per vittima. Non voglio crocifiggere la Chiara Ferragni privata cittadina, ma voglio esprimere la mia indignazione verso un personaggio pubblico così influente che, con leggerezza o scientemente, ha sfruttato la malattia dei bambini e la fiducia dei compratori e, in più, ha infangato l’immagine di chi anche a costo di grossi sacrifici fa beneficenza davvero
Un’operazione indegna, cattiva, cinica, con la quale Chiara Ferragni ha sfruttato, deriso, violato la malattia dei bambini e la buona fede dei suoi fan. Ha calpestato la buona e sana voglia di fare del bene che alberga nel cuore di tanti con un disprezzo che non è perdonabile. Non c’è vendita di indulgenze che possa mondare il peccato