Un punto sul finale della storia che tuttora trova molti perplessi: come fa Harry Potter a sopravvivere all’attacco finale di Voldemort?
Harry Potter e l’Avada Kedavra
La trama di Harry Potter è parecchio intricata, ricca di colpi di scena e svolte di trama impensabili. Una texture narrativa fittissima che, purtroppo, è pienamente comprensibile solo a chi ha letto e magari più volte i romanzi della saga. Per chi ha visto soltanto i film parecchie cose saranno ancora poco chiare.
Per esempio: come fa Harry a sopravvivere quando alla fine della storia viene colpito da un ultimo, in teoria fatale, Avada Kedavra di Voldemort? Una scena che ha suscitato molte perplessità e che trova parecchie incomprensioni presso buona parte del pubblico, convinto che Harry si salvi perché tiene con sé in quel momento la pietra della resurrezione. Ma non è così.
I doni della morte
Andiamo con ordine. Ne I Doni della Morte, l’ultimo libro (e gli ultimi due film), Harry si convince di dover recuperare i tre potentissimi oggetti magici tramandati dai secoli per sconfiggere Voldemort: la bacchetta invincibile di sambuco, il mantello dell’invisibilità (già in suo possesso, tramandato dal padre) e appunto la pietra della resurrezione.
Alla fine in un modo o nell’altro si impossessa di tutti e tre gli oggetti, ma questo non c’entra nulla con il suo scontro con Voldemort. La pietra della resurrezione, infatti, non ha il potere di salvare il possessore dalla morte bensì quello, appunto, di “resuscitare” i defunti anche se solo come “ombre”. Ha effetto quindi sugli altri e su chi è scomparso, non su chi la possiede e intende sopravvivere.
La maledizione / benedizione
Cosa succede quindi davvero quando Harry viene colpito dall’Avada Kedavra? Una cosa imprevista: quando Voldemort è resuscitato (nel quarto libro) ha usato anche il sangue di Harry per rigenerare il suo corpo, nell’intento di spezzare la magia di protezione che il sacrificio della madre Lily aveva fatto scendere su di lui, da bambino. Magia che allora lo aveva difeso dall’attacco del mago oscuro, causato la quasi-morte di lui e lasciato la famosa cicatrice.
Nell’usare il sangue di Harry, però, Voldemort ha commesso un errore fatale: ha fatto rivivere la benedizione di Lily in sé, in quanto la magia di protezione è legata al sangue (motivo per cui Harry ha dovuto vivere con la zia Petunia, sorella di Lily: stesso sangue). Finché quel sangue scorre anche nel corpo di Voldemort, la protezione di Harry è intatta e anche se ora può toccarlo il mago oscuro comunque non può ucciderlo.
L’ultimo horcrux segreto
C’è un altro segreto che viene svelato solo all’ultimo: una parte di Harry è un horcrux, cioè una sezione dell’anima di Voldemort. Si tratta di una piccolissima parte dell’anima del mago oscuro, staccatasi da lui dopo il fallito attacco a Harry da bambino e attaccatasi al più vicino essere vivente presente: Harry, appunto. Questa parte dell’anima di Voldemort risiede in lui da allora ed è quella che gli dà la capacità di parlare con i serpenti e gli fornisce un incomprensibile legame con la mente di voi-sapete-chi.
Voldemort ha creato altri horcrux, distrutti tutti da Harry, Ron e Hermione. Ma di quest’ultimo, nel corpo del suo nemico, non è al corrente. Ragion per cui quando attacca Harry con quell’ultimo Avada Kedavra non uccide lui, come sua intenzione, ma l’ultima parte della sua stessa anima, cioè l’ultimo horcrux, sopravvissuta nel corpo del ragazzo. Ecco perché Harry sopravvive ed ecco perché, poi, Voldemort può finalmente essere sconfitto essendo ri-divenuto mortale.
Il limbo e Silente
Una scena collegata e che ha creato altrettanta confusione è quella del “limbo” in cui Silente spiega ad Harry tutto quello che è successo. Il preside ha calcolato tutto fin dall’inizio: sapeva che un pezzo dell’anima di Voldemort risiedeva in Harry e sapeva che quando attaccato lui sarebbe sopravvissuto perché con il sangue di Lily nelle vene del mago oscuro la sua protezione era ancora intatta.
La visione che Harry ha è a metà tra un sogno e una magia. Vediamo uno scorcio di quello che Voldemort diventerà forse “oltre la vita”, in una sequenza più allegorica e onirica che realistica. Ma è la grande uscita di scena di Silente; che, dopo aver illustrato il suo piano per filo e per segno, si congeda dicendo: “Certo che sta succedendo solo nella tua testa Harry, ma perché diavolo dovrebbe voler dire che non è vero?”
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