Continua la bagarre mediatica attorno a Chiara Ferragni. Qualche giorno fa, come saprete, l’Antitrust ha multato la società di proprietà dell’influencer a pagare un milione di euro per la vicenda relativa al pandoro Balocco che l’ha vista protagonista. Anche l’azienda dolciaria è stata ritenuta colpevole e condannata a pagare 400 mila euro (qui tutti i dettagli). Dopo che la notizia è arrivata all’orecchio di tutti, l’influencer ha pubblicato un video di le scuse (qui per vederlo) nel quale ha spiegato come sia stato tutto un errore di comunicazione. Tuttavia questo non è bastato per placare le critiche.
Ultima in ordine cronologico a lanciare una stoccata all’influencer è stata Diana Lanciotti, fondatrice dell’associazione no profit Fondo Amici di Paco, con la quale vengono aiutati migliaia di cani bisognosi, che sul suo sito ha scritto:
Dal pandorogate all’uovodipasquagate il passo (o il rimbalzo) è stato tragico. E per due abituati a sentirsi qualcuno solo se esposti (o superesposti) alla pubblica invidia deve trattarsi davvero di una tragedia. Non è facile, quando una donna viene attaccata e da colpevole si fa passare per vittima. Non voglio crocifiggere la Chiara Ferragni privata cittadina, ma voglio esprimere la mia indignazione verso un personaggio pubblico così influente che, con leggerezza o scientemente, ha sfruttato la malattia dei bambini e la fiducia dei compratori e, in più, ha infangato l’immagine di chi anche a costo di grossi sacrifici fa beneficenza davvero
Un’operazione indegna, cattiva, cinica, con la quale Chiara Ferragni ha sfruttato, deriso, violato la malattia dei bambini e la buona fede dei suoi fan. Ha calpestato la buona e sana voglia di fare del bene che alberga nel cuore di tanti con un disprezzo che non è perdonabile. Non c’è vendita di indulgenze che possa mondare il peccato