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In Tagikistan la versione russa di Babbo Natale (Padre Gelo) è stata vietata fin dal 2013 in televisione, mentre è proibito pure sparare fuochi d’artificio, fare cene festive, donare regali e addobbare alberi di Natale, sia artificiali che veri, nelle scuole e nelle università. Non solo: anche le celebrazioni di Halloween sono strettamente proibite!
Nel 2014 il sultano del Brunei ha proibito i cappelli natalizi o tutti gli abiti che ricordino questa festività per rispetto nei confronti della popolazione a maggioranza musulmana. Le famiglie debbono avvisare le autorità prima di qualunque celebrazione, e chi si riunisce per una festa il 25 di dicembre rischia qualcosa come sedicimila euro di multa o cinque anni di prigione.
In Arabia ogni “segnale visibile” di celebrazione del Natale è ufficialmente vietato, ma le cose si stanno “rilassando” da quando il principe Mohammed Bin Salman si è dimostrato molto più permissivo. Per esempio nei mercati locali si può trovare oggettistica natalizia e le persone singolarmente si danno a festeggiamenti magari discreti e privati che vengono puniti sempre meno.
Il Natale è stato definito in Cina come “il festival della vergogna” e “l’oppio spirituale occidentale”, e ancora oggi è ufficialmente vietato per quanto milioni di persone lo celebrino comunque. Spesso raduni vengono denunciati e in certe zone del paese i festeggiamenti sono vietati, ma anche in questo caso con la crescente modernizzazione e internazionalizzazione del paese i divieti si vanno facendo sempre meno stringenti.
Un altro caso abbastanza prevedibile è quello della Corea del Nord, dove la dittatura consente di festeggiare solo la propria famiglia, il partito e il leader Kim Jong-un. Natale non viene celebrato fin dal 1948 e tutto quel che concerne la religione, specialmente cristiana, è tendenzialmente vietato. Ovviamente, anche in questo caso (e in segreto) alcuni festeggiano comunque.
Fonte: LADBible
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