Si allarga l’ambito degli accertamenti della Procura di Milano sulle sponsorizzazioni di Chiara Ferragni legate a iniziative benefiche. Dopo il ‘caso pandoro‘ il procuratore aggiunto Eugenio Fusco ha delegato il nucleo di polizia economico-finanziaria di fare accertamenti anche sulla vicenda delle uova di Pasqua di Dolci Preziosi, griffate dall’influencer.
Il provvedimento nasce dall’esposto, presentato dal Codacons e da Assourt, che ipotizza il reato di truffa sulla vicenda che vede protagonisti l’influencer e il gruppo Balocco. Il fascicolo è un modello 45 (senza ipotesi di reato, né indagati), gli eventuali accertamenti saranno affidati alla Guardia di finanza.
Si tratta di una possibilità già paventata da Selvaggia Lucarelli qualche giorno fa. La celebre giornalista aveva infatti scrito un post nel quale spiegava come, a suo dire, per le uova di Pasqua era stato utilizzato lo stesso modus operandi riservato ai pandori.
Oggi sul Fatto scrivo di come la promozione delle uova di Pasqua benefiche di Chiara Ferragni con Dolci Preziosi nel 2021 e 2022 abbia seguito lo stesso schema, altro che errore di comunicazione. Lei ha percepito cachet di 500 e 700 000 euro e Dolci preziosi ha donato 12 e 24 000 euro – aveva scritto Selvaggia Lucarelli.
Ferragni ha promosso le uova dicendo che lei e Dolci preziosi sostenevano i Bambini delle fate, ma di fatto era una fruttuosa operazione commerciale. Aggiungo che dopo alcune telefonate per approfondire il tema uova avvenute ieri, i vecchi post di promozione delle uova pasquali sulla pagina instagram di Ferragni sono velocemente spariti. Alcuni di questi io e altre persone li avevamo fortunatamente salvati il giorno prima. E comunque basta digitare su google uova+ferragni+instagram per vedere ancora i risultati della ricerca sulla sua pagina con anteprima del testo, che però non si aprono più – prosegue Selvaggia Lucarelli. Faccio molta fatica a vedere della buona fede nella rimozione dei contenuti sulle uova (tra l’altro sulla pagina di Dolci Preziosi sono rimasti tutti i repost, quindi fatica sprecata).
Ovviamente, quello che anche nel 2021 e 2022 si è generato sulla stampa è una capillare diffusione di informazioni false sullo scopo benefico di questa vendita delle uova. Chiara Ferragni sapeva almeno dal 2021 che i giornali riportavano grosse inesattezze sull’operazione e che la facevano passare per benefattrice che non era. Ma “l’errore di comunicazione” era funzionale proprio a questo, a generare l’equivoco. Lei guadagnava e passava pure per buona.
Tutto questo ha fatto molto comodo alla tasca e all’immagine, finché il giochino non si è rotto. E il marito, con le uova “sosteniamo Tog” mescolava ugualmente beneficenza e profitto personale (e anche lì ho dovuto chiedere spiegazioni io), per cui no, non era un errore di comunicazione. Era un modus operandi. Quelle scuse da Madonnina infilzata per me valgono meno di una bustina di zucchero a velo. E l’idea che si tenti di ripulirsi l’immagine usando ancora una volta la beneficenza mi fa orrore. I soldi comprano tutto, ma non lavano tutto