Da qualche giorno, su tutte le principali piattaforme è arrivato Chi ha rapito Jerry Calà?, film diretto e interpretato dal celeberrimo attore siculo. Per l’occasione, presentando il film, Calà ha voluto parlare della siutazione del cinema italiano.
La gente è stufa del politicamente corretto, non ne può più. I ragazzi che vedono i film degli anni Ottanta mi dicono: voi eravate molto più liberi. Pur restando nella legalità, questi film andrebbero fatti lo stesso. In questo Paese può succedere di tutto, ho avuto mille problemi per aver detto a Che tempo che fa: “ho ballato con un trans”, perché non si può dire
Il film racconta di una banda di improbabili novelli criminali che decide di rapire Jerry Calà con lo scopo di chiedere un riscatto. Presto scopriranno però che le cose non stanno esattamente come le avevano immaginate. Spiegando l’origine dell’idea, l’attore ha detto:
È stata un’idea di amici comuni e produttori, un’idea folle che ho subito rifiutato. Solo dopo ho cominciato a vedere tutta l’ironia che c’era e ci ho ripensato”, spiega Calà. Perché tanta ironia sugli intellettuali? “Rispondo con un esempio. Marco Ferreri mi disse, mentre giravamo nel 1993 Diario di un vizio: vedi, se adesso in questa scena faccio passare un nano, tra dieci anni ci scrivono quattro libri
Sul girare il film a Napoli, Jerry Calà ha detto:
È stata un’esperienza meravigliosa, la mia più grande libidine proprio la preparazione di questo film. Ho trovato in questa città attori uno più bravo dell’altro, dal punto di vista dello spettacolo Napoli è come uno stato autonomo.
Parlando del futuro ha poi detto:
Mi piacerebbe essere diretto da un regista molto bravo, capace di mettere in evidenza la mia maturità d’attore. Da regista vorrei fare un film in cui non recito anche. È troppo stressante
Che ne pensate?
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