Jumanji è di certo il gioco da tavolo più inquietante di sempre, ma vi siete mai chiesti come è stato creato? Questa teoria vi farà rizzare i capelli in testa
Jumanji: il gioco maledetto
Jumanji è un gioco che è ormai entrato a far parte della cultura popolare. Forse molti non lo sanno ma originariamente non nasce come gioco da tavolo, bensì come libro per bambini. L’autore, Chris Van Allsburg, lo pubblicò nel 1981 illustrando la storia di Judy e Peter Shepherd, la stessa che abbiamo imparato a conoscere con il film del 1995 con Robin Williams.
Da allora sono passati tanti anni, Jumanji è diventato un franchise con una serie animata e altri film con il buon vecchio The Rock. Esiste inoltre un sequel, intitolato Zathura, dal quale è stato tratto un film nel 2005. Non c’è ancora, tuttavia, una spiegazione ufficiale circa le origini del gioco nella storia: da dove viene Jumanji?
Una maledizione africana
Del gioco si sanno due cose, lasciate trapelare dall’autore: “Jumanji” sarebbe una parola in lingua zulu che significa approssimativamente “molti effetti” e fa riferimento a quel che accade giocandoci; e, come si può intuire dai numerosi animali esotici evocati, ha la sua origine nel continente africano.
Ma chi lo ha creato materialmente? Secondo una teoria diffusa su Reddit (e dove sennò) il gioco sarebbe stato creato da una persona nativa dell’Africa per maledire i figli dei suoi padroni bianchi, che avrebbero poi corso pericoli terribili giocandoci. Probabilmente costui o costei era uno schiavo nero portato forzatamente in America secoli e secoli prima degli eventi narrati nella storia.
Magia voodoo
La teoria sostiene che il gioco rappresenterebbe una commistione delle diverse culture africane e arabe, come dimostrato quando i personaggi (nella serie animata per esempio) vi “entrano”, scoprendo un mondo a sé stante con animali, ambientazioni e abitanti del tutto attinenti al mondo maghrebino e nordafricano.
C’è poi la questione riguardante la “magia” che fa funzionare il gioco: si tratterebbe del buon vecchio voodoo, una religione che trae origine dal vodun dell’Africa occidentale, condotto con sé appunto dagli schiavi finiti nel nuovo continente con la tratta di secoli fa. Questo ne spiegherebbe la maledizione e la segreta natura magica.
Alan e Van Pelt
Il gioco è destinato a punire e maledire figli di proprietari di schiavi bianchi: Alan Parrish, per esempio, ci viene chiaramente rappresentato come ragazzo di buona famiglia, bianco e benestante. Significativo è poi il personaggio di Van Pelt, cacciatore dal cognome olandese che chiaramente simboleggia la colonizzazione forzata dell’Africa nell’800.
Il fatto che Van Pelt antagonizzi Alan potrebbe essere un’eventualità prevista dal gioco per mettere i bianchi gli uni contro gli altri, segnati dalla loro violenta sete di conquista e dominio, in contrasto con l’ambiente immacolato nel mondo di gioco che sarebbe, altrimenti, preservato vergine. Inoltre, nel film l’attore che interpreta Van Pelt è lo stesso che veste i panni del padre di Alan Parrish, Sam. E tutto torna.
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