Un effetto davvero rivoluzionario per il 1991, e che ancora oggi funziona benissimo: come ha fatto il Terminator a passare attraverso le sbarre del manicomio?
Terminator 2: ancora uno dei migliori action sci-fi di sempre
Sono passati più di trent’anni ma Terminator 2 rimane sempre un film di fantascienza eccezionale: James Cameron al suo meglio, nella produzione di un blockbuster ambizioso e costoso che, come nel caso di Aliens (sempre girato da lui) confermò tutte le potenzialità di un franchise poi proseguito fino ad oggi.
Il film si fece notare per i numerosi e inquietanti effetti speciali legati specialmente al T-1000, il nuovo e più potente modello di Terminator interpretato da Robert Patrick: una macchina ancora più letale e inarrestabile di quella del primo film, protagonista di azioni e sequenze leggendarie.
Nel primo film del 1984 il primo Terminator (Arnold Schwarzenegger) torna indietro nel tempo per uccidere Sarah Connor, madre di John Connor, futuro leader della resistenza contro le macchine nel futuro post-apocalittico ancora di là da venire. L’automa fallisce il suo compito, finendo distrutto.
Nel secondo film del 1991 un altro Terminator di modello diverso viene spedito a uccidere John da bambino, mentre un altro esemplare del primo modello viene riprogrammato dalla resistenza e spedito indietro nel tempo a sua volta per proteggerlo. Gli scontri tra le due macchine sono il leitmotiv del film.
La scena delle sbarre: niente ferma il Terminator
Scene come quella qui sopra sono ciò che rendono questo film di James Cameron un vero capolavoro. Il Terminator T-1000 è fatto di una sostanza metallica che si può trasformare in liquido e che gli consente di attraversare ostacoli di ogni tipo: infatti, gli permette di passare attraverso queste sbarre che lo separano dalle sue vittime.
Come è stato reso questo effetto? Innanzitutto sono state girate due scene: una con le sbarre e una senza. Poi è stato ricostruito un modello digitale dell’attore, quasi fantascienza per l’epoca, e combinato con un effetto che fa apparire le parti attigue alle sbarre come “incollate”, appiccicose, per rendere un’idea della viscosità del materiale.
La macchina assassina: altre scene
Non è naturalmente l’unica sequenza memorabile con protagonista il robot. Ce ne sono molte altre: quella per esempio nella quale riesce ad attaccarsi alla macchina cambiando forma alle sue mani, o quella nella quale uccide un uomo facendo passare una lama letale attraverso il sedile di un auto.
Molti ricorderanno anche quando viene colpito dall’altro Terminator (Schwarzy) e si ritrova con molti realistici buchi nel corpo metallico, che poi si auto-riparano. Sembra davvero indistruttibile e alla fine solo il metallo fuso e incandescente riesce a sconfiggerlo, in una delle morti di un villain più epiche della storia del cinema.