L’acuto commento di Caparezza sul qualunquismo nell’era moderna, nella forma di Popolino
La Marchetta di Popolino, gioco di parole su “La Marcetta di Topolino”, è una canzone di Caparezza che prende di mira non solo un tipo di personaggio caratteristico dell’era moderna (il 2011, ma sappiamo che il rapper è premonitore) ma anche un intero schieramento politico, o una tendenza dei votanti del cosiddetto, appunto, “popolino”.
Ogni tratto della facile demagogia, della retorica da bar e di quello che dal dopoguerra si chiama appunto qualunquismo viene riunito in una unica figura fumettistica dal nome Popolino; il quale, con la mascotte Disney, condivide vari tratti. Costui è infatti convincente, popolare ed esempio di uno stile di vita apparentemente di successo; sembra che tutti lo amino e vogliano essere come lui.
“Ma guarda là, ma guarda che figo ‘sto Popolino Conciato come un divo persino nel condominio Bocciato da ragazzino perché primo degli asini Sbuca dal vicolo e buca l’auto di Pico de Paperis Ora fa il superiore con licenza media Fissato per la moneta come la strega Amelia È una pacchia vera, vuol tutti alla galera Ma nella vita cela più di una Macchia Nera“
Il Popolino ritratto è un personaggio tipo che nella vita svicola tra bugie e scorciatoie, vedendo di sé il meglio possibile, soffocando la consapevolezza dei suoi difetti e guardando solo agli sbagli degli altri. Il classico qualunquista, che promuove la retorica dell’uomo medio, puro, sano, autentico e perciò, in teoria, migliore di tutti coloro che critica.
I riferimenti nel testo sono tutti, ovviamente, a personaggi Disney: Amelia è la strega fissata con “la moneta”, ossia la Numero Uno di Zio Paperone; Pico de Paperis è il “professorone” che chi ha fatto “l’università della strada” tanto disprezza; e Macchia Nera è, ovviamente, l’astuto super-criminale sempre intento a diabolici piani.
“Ha polizze auto da truffare con fare astuto In giro con il collare che pare il cane Pluto Sta lì a denunciare le consulte dei massoni Ma poi si fa annullare le multe da Basettoni Con noi è moralista, puritano e bacchettone Ma si filma mentre scopa con tuniche da stregone È un guascone che ride se fa score Ha la faccia da culo, non il culo di Gastone“
Popolino si fa annullare le multe da Basettoni (commissario di polizia) perché probabilmente ha amicizie tra le forze dell’ordine, e non ha “il culo” di Gastone nel senso gergale di “fortuna” (Gastone è il cugino super-fortunato di Paperino). Insomma, è ipocrita e incoerente in tutto, spingendosi in segreto fino a perversioni alla Eyes Wide Shut ma apparendo a tutti esteriormente come buono, onesto e affidabile.
“Quant’è figo ‘sto Popolino! Ehi! / Fa divertire tutti: dal più grande al più piccino!” recita il ritornello, associando le qualità da intrattenitore e seduttore di massa di Popolino a quelle corrispondenti svolte dal suo quasi omonimo animato. E c’è spazio anche per: “Donne, donne, è arrivato Popolino!“, una parodia del famoso richiamo dell’arrotino, altra figura popolare nota per un modo di fare simile.
“Si blinda in casa con le porte ben chiuse Spara a vista come fosse un Mac-user Non ha Gamba di Legno, ma la faccia Quando vuole che ci si faccia giustizia con i caccia e i cruiser Detesta i benestanti, specie se fanno i rocker, ma Quando vota la sua croce va a Rockerduck Sogna cavalli rampanti di Ferrari che vanno a razzo Ma guida ferraglie del cavallo Orazio“
“Ha voglia della topa, le dà noia e la tedia Odia i maschi con la gonna, odia Eta Beta La mano stretta dell’ispettore Manetta Ma chiede aiuto alla feccia quando si trova in maretta Amicizie ovunque, anche nei tronchi di Cip e Ciop Amicizie ovunque, già, ma le tronca per qui pro quo Perché lui s’attacca a tutto come fa un polpo vivo E te lo mette dove sa un porno divo“
Altri riferimenti al mondo Disney, specie quello fumettistico italiano: Rockerduck (parodia a sua volta di John D. Rockefeller) è l’uomo d’affari capitalista senza scrupoli che Popolino vota (in segreto, ovviamente) nonostante il suo odio per i “benestanti”. Detesta gli uomini con la gonna, cioè travestiti o transessuali, come Eta Beta (che non è trans, ma indossa appunto un gonnellino).
Altri personaggi menzionati sono Orazio Cavezza, amico di Topolino; i due scoiattoli Cip e Ciop, che non abbisognano di presentazioni; e Pietro Gambadilegno, nemico storico proprio di Topolino ma qui citato sono per il riferimento al materiale. Tra le metafore il personaggio emerge oltre che ipocrita anche profittatore, sciacallo e bigotto.
“Nello stadio, in discoteca Tra i carrelli della spesa Nei comizi della piazza Nella macchina da presa Per la folla è già boato Dappertutto è celebrato Popolin Popolin Nelle case, nelle strade Negli studi alla TV Nelle scuole, nei locali Nei commenti su YouTube Siamo tutti mezze pippe Ma fa niente se emuliamo Popolin Popolin“
Un personaggio come Popolino fa presa e piace perché chiunque può riconoscersi in lui, e proprio questo è il punto: il qualunquismo mira a far sentire chiunque coinvolto e capace, mentre non tutti sanno fare tutto e non tutti potrebbero svolgere ogni ruolo, o essere talentuosi come altri. Oppure, semplicemente, essere onesti allo stesso livello.
Ecco perché Popolino è l’esempio della demagogia che un po’ da sempre serpeggia nella politica italiana, da “Vota Antonio” in giù, e ben si distingue nell’approccio di certi movimenti politici coevi alla comunicazione social e al grido di facili slogan. Caparezza, però, ci ricorda con acume che il problema sta tanto in alto quanto in basso: Popolino può essere anche il nostro vicino di casa. O, senza accorgercene, possiamo anche essere noi.