Era il 1989 quando Tim Burton rivoluzionava il personaggio di Batman proponendo un adattamento ben distante da quello che vedeva Adam West protagonista. Un esperimento che di fatto accolse a sé consensi unanimi, regalando al personaggio creato da Bob Kane un’aura più coerente con il fumetto. Tre anni dopo, quasi in concomitanza con il sequel Batman – Il Ritorno, spuntava una serie animata che di lì a poco sarebbe diventata una vera e propria istituzione.
Complice le brillanti menti di Bruce Timm ed Eric Radomaski, ecco arrivare sul piccolo schermo una sorta di reboot dell’ormai desueta Batman e Robin risalente agli anni Settanta. Appare chiaro sin da subito come il film di Tim Burton stia lasciando un segno pressoché indelebile sull’immaginario, anche grazie alle interpretazioni meravigliose di Michael Keaton e soprattutto Jack Nicholson. Segno che si rifletterà inevitabilmente anche sulla serie.
Si potrebbe anche intraprendere un discorso prettamente basato sulla nostalgia dei bei tempi andati, quando la generazione di Millenials tornava a casa dalla scuola e accendeva la TV sintonizzandola su Bim Bum Bam in trepidante attesa di vedere l’uomo pipistrello. Ma sarebbe un gioco fin troppo semplice e non renderebbe giustizia alla serie animata in questione. Un cartone che ha lasciato un segno, anch’esso come il film di Burton, su chiunque l’abbia vista.
Fortunatamente grazie a Netflix possiamo fare un salto indietro nel tempo e riguardarla, con un piglio certamente diverso a quello che poteva essere lo stupore del noi bambini o pre-adolescenti (a seconda della data di nascita). Dopo aver visto film su film, adattamenti su adattamenti, e Bruce Wayne su Bruce Wayne, è giunta l’ora di tirare le somme ed osservare Batman: La Serie Animata da più vicino.
Riflettendo oggi sull’impatto che questo Batman ha avuto su tutti noi, è possibile riscontrare svariati motivi, tra cui spiccano senza dubbio la potenza visiva delle immagini e la complessità delle vicende, caratterizzate da personaggi anch’essi parimenti complessi. Insomma, la banalità non è un qualcosa che aleggia in quel di Gotham City in versione cartone animato.
Sebbene il consueto antropomorfismo stilizzato dei personaggi principali, caratterizzati da proporzioni non sempre umane, Batman: La Serie Animata ci regala uno sfondo fatto di cupi grattacieli sempre a metà tra art decò ed espressionismo. L’atmosfera fredda e nebbiosa di Gotham è quasi coprotagonista inconsapevole, costruendo intorno alla malfamata città una condizione che sembra essere quasi innata e immutabile, nonostante l’uomo pipistrello.
Evidente in tal senso il richiamo a quei film noir e ai crismi che il genere impone, con cittadine che sembrano uscite dai quadri di Edward Hopper, dove l’ombra nasconde sempre qualcosa. Ora un criminale, ora Batman. È sufficiente la sola sigla, cantata magistralmente da Cristina D’Avena e che tutti noi sappiamo a memoria, per comprendere l’innovazione e l’audacia che un cartone animato così portò nel 1992.
Se il solo comparto visivo è già un motivo sufficiente per dimostrare la potenza di questa serie, non è certo da meno lo studio presente dietro i personaggi tutti, e ancor prima delle storie che la serie animata di Batman ci racconta. Chiaramente, la base su cui si poggia è quella classica pensata e scritta da Bob Kane nel lontano 1946. Una storia di giustizia, di un trauma perenne e di un lutto mai apertamente elaborato. Temi sicuramente maturi per un “semplice” supereroe da proporre ai giovani young teen di allora.
Da qui, si diramano molti altri aspetti che vanno a toccare tanto i villain classici quanto la figura di Bruce Wayne, il cui perenne stato d’animo si sposa alla perfezione con il contesto urbano di cui sopra. Un personaggio oscuro in un contesto oscuro, dove i metodi per portare la giustizia a Gotham non sono mai del tutto convenzionali.
La tensione che caratterizza Bruce Wayne dunque è sempre messa in mostra con un approccio molto intrigante, dove per un Batman profondamente duro con il mondo circostante, c’è un Bruce Wayne forse fin troppo goffo e sorridente nelle sue apparizioni pubbliche, ben lontano dal playboy di Christian Bale, insomma. Una volta indossata la maschera, ecco arrivare un netto cambiamento, rivelando quasi un’altra persona e mettendo alla luce il conflitto interiore che lo perseguita.
E per un protagonista così, non possono che esserci antagonisti all’altezza della sua caratura. Il male di Gotham viene infatti rappresentato come vere e proprie piaghe criminali, in cui ognuna di esse gode di una sfumatura differente, esattamente come il Male e le sue forme.
Dal volto sfigurato di Due Facce a quello dipinto da clown del Joker, ogni villain assume una certa profondità che costringerà Batman ad affrontare per l’appunto una diversa versione del Male. Non più dunque un semplice cattivo da sconfiggere ma un’entità parallela con cui è necessario avere un confronto specifico, quasi come raccontato da Alan Moore in quel capolavoro che è The Killing Joke.
Va inoltre segnalato a margine, la presenza di Harley Quinn, personaggio creato appositamente per la serie che ebbe un discreto successo, per usare un eufemismo. Quindi possiamo dire che è anche grazie a Batman: La Serie Animata se oggi possiamo vedere Margot Robbie nei panni della folle (ex) fidanzata del Joker, e personaggio chiave di film stand alone come Birds Of Prey nonché del The Suicide Squad di James Gunn.
Tutte queste sfaccettature che ben si amalgamano alle scenografie di Gotham, hanno inevitabili ripercussioni anche sulla narrazione, che non resta mai la stessa, anzi. Rimanendo sempre saldo alla base del noir, la serie riesce a costruire puntante in cui il genere cambia costantemente. Dal fantasy al poliziesco hard boiled, fino anche alla fantascienza, senza mai però smettere di regalare momenti di tensione altissima, coniugandola con sapienza anche a momenti più leggeri e quasi comici.
Non è un caso che all’epoca della sua uscita, e ancora oggi, Batman: La Serie Animata riesce ad ottenere consensi larghissimi, al punto che la IGN l’ha definita come miglior adattamento di Batman di sempre. E lato nostro, non possiamo che essere concordi, senza nulla togliere a tutti gli altri film che vedono l’uomo pipistrello assoluto protagonista. Anche quelli in cui sono presenti i bat-capezzoli o la bat-carta di credito. Perché in fin dei conti, Batman è e resterà sempre un personaggio con una fascinazione senza eguali.