Sì dice sempre che venerdì 17 sia un giorno che porta sfortuna, e il numero è da sempre considerato portatore di iella in Italia. Come mai? Scopriamolo insieme
17: il numero sfortunato
Per tutti noi che abitiamo in Italia il numero 17 è da sempre sinonimo di sfortuna. Se poi associato al giorno della settimana venerdì, come esattamente oggi, significa poi sfortuna doppia. Come mai? Tante sono le teorie al riguardo e un’origine chiara della superstizione è impossibile da individuare.
Certo è che per tutti noi, anche chi non è per nulla scaramantico o per chi non crede al fato o alla fortuna e alla sfortuna, il 17 rappresenta questo significato almeno tanto quanto, per gli americani, lo fa invece il numero 13. Indaghiamo un po’ su questo affascinante tema, spulciando spiegazioni e idee al riguardo.
Avere paura di un numero
Cominciamo da qui: sapevate che esiste una vera e propria forma di fobia legata al numero 17? Si chiama eptacaidecafobia e deriva dagli studi dei seguaci di Pitagora nell’antica Grecia: costoro odiavano il 17 perché si frapponeva tra due numeri perfetti, 16 e 18, rappresentazione di quadrilateri, 4×4 e 3×6; per loro era quindi sinonimo di imperfezione nell’armonia della natura.
Nell’antica Roma il numero era sinonimo di morte, poiché sulle lapidi si usava scrivere VIXI (“vissi” in latino, ossia “ho vissuto ma ora sono morto”), che letto però in numeri romani anagrammando la parola dà appunto XVII, ossia 17. C’è poi la sconfitta romana nella battaglia di Teutoburgo nel 9 d.C., allorché furono sconfitte le legioni XVII, XVIII e XIX (17, 18 e 19), un trauma rimasto legato al primo di questi tre numeri.
Religione e superstizioni
Nell’Antico Testamento il 17 viene riportato nel libro della Genesi come il giorno di inizio del Giudizio Universale; il venerdì è poi, sempre secondo gli scritti biblici, il giorno in cui morì Gesù. Una origine religiosa per questa superstizione, specie se si pensa per quanti secoli la morale e le consuetudini siano state influenzate dalla chiesa in Italia, sarebbe tranquillamente da considerare.
Interessante come nella religione ebraica sia tutto il contrario e il 17, diversamente da quanto potrebbe pensare chiunque cresciuto con educazione cristiana cattolica, rappresenta invece la fortuna. Questo perché le lettere ebraiche tet (9), waw (6) e beth (2) rendono il termine tov, che significa buono.
Il 17 oggi in Italia
Oggi, come dicevamo, il 17 è sinonimo di sfortuna in tutta Italia. Nella classica smorfia napoletana, per esempio, il numero è legato automaticamente alla iella (“‘a disgrazzia“). Non tutti ci credono oggigiorno, ma molte coincidenze ed eventi legati al numero o al giorno impressionano ancora oggi.
Esempio eclatante: diversi piloti automobilistici sono morti in incidenti avvenuti mentre guidavano vetture contrassegnate dal numero 17. Tra questi Biagio Nazzaro e Ugo Sivocci, deceduti in gara a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro nel 1922 e nel 1923. Dalla morte di Sivocci il numero 17 è stato ritirato dall’utilizzo per le auto da corsa italiane.
Fonte: Ansa
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