Un film di Steven Spielberg oggi dimenticato e decisamente da riscoprire: avete mai sentito nominare Sugarland Express?
Il “primo film” di Spielberg
Steven Spielberg è universalmente riconosciuto come uno dei registi più influenti e di successo nella storia del cinema. Tuttavia, tra i suoi numerosi capolavori, c’è un film spesso trascurato che merita una nuova considerazione: Sugarland Express. Questo affascinante thriller del 1974 è stato il debutto cinematografico di Spielberg come regista (prima aveva diretto solo molti film per la televisione, come Duel).
Nonostante la sua importanza storica come primo lungometraggio per il grande schermo del celebre regista, il film sembra essere stato in gran parte dimenticato nel corso degli anni. Questo, ovviamente, anche perché Sugarland Express è stato poi oscurato dal successo de Lo Squalo (1975) e di Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo (1977), capolavori del cineasta ben più noti.
La trama
Il film segue Lou Jean Poplin (interpretata da Goldie Hawn) e Clovis Michael Poplin (interpretato da William Atherton), una coppia di giovani sposi determinati a riconquistare la custodia del loro bambino, che è stato messo sotto affidamento. Quando Lou Jean escogita un piano per liberare suo figlio, i due si imbarcano in una fuga rocambolesca attraverso il Texas, con la polizia in calda e serrata caccia.
Il film è intriso profondamente dello stile distintivo di Spielberg, caratterizzato da un’abile combinazione di tensione, umorismo e pathos. Il regista sfrutta inquadrature e montaggio saggiamente per mantenere un ritmo concitato e ininterrotto, lavorando inoltre sul carattere dei protagonisti per costringere gli spettatori ad affezionarsi a loro nonostante le loro azioni “illegali”.
La New Hollywood
Nonostante il suo carattere umoristico, in vari momenti anzi apertamente comico, il film riporta l’influenza di un crudo realismo che emerge specialmente nello sconvolgente finale (che non sveliamo), e che fa capo a una tendenza piuttosto cinica del cinema americano della prima metà degli anni ’70.
Lo stesso Spielberg segue nei suoi primi anni dietro alla macchina da presa principalmente questo tipo di umore, producendo film che si vanno facendo via via più positivi solo con la fine del decennio e l’inizio degli anni ’80, di pari passo con un crescente successo commerciale e l’imposizione di franchise come quello di Indiana Jones o hit al box office come E.T..
A distanza di decenni, Sugarland Express merita decisamente una rivalutazione. Il film anticipa temi e stili che diventeranno centrali nel lavoro successivo di Spielberg, come la fuga e la lotta per la famiglia, pur come s’è detto presentando un’immagine più cruda e realistica rispetto a molte delle sue opere più famose, nonché una morale decisamente più pessimista.
Ciò detto, questo lavoro rimane un tassello fondamentale nella filmografia di Steven Spielberg e nella sua crescita come regista: ci mostra un autore ingenuo, giovane idealista e disincantato, già abile nelle riprese ma ancora alla ricerca di emozioni facili e semplici da trovare in una “storia qualunque”, come questa è. Ma già dall’anno successivo, il 1975, con un certo squalo le cose per lui cambieranno drasticamente.