Il reboot di Scarface sembra aver ricevuto una frenata quasi definitiva, dato che l’ultimo regista legato al progetto, il nostro Luca Guadagnino, ha lasciato il progetto. Lo sviluppo del remake è iniziato nel 2011 agli Universal Studios e il film ha da tempo superato la data di uscita annunciata nel febbraio 2018.
Anche l’ultimo lavoro di Guadagnino, il dramma sportivo Challengers, è stato precedentemente posticipato a una data di uscita del 2024 dopo che gli scioperi SAG-AFTRA hanno avuto un impatto sul suo programma.
Parlando con un corrispondente di The Hindu al Jio MAMI Mumbai Film Festival, il regista di Call Me By Your Name, del remake di Suspiria e Bones and All ha dichiarato chiaramente che non si sta più occupando del remake, sceneggiato dai fratelli Coen, dell’iconico cult del 1983 (il quale era a sua stessa volta un remake dell’omonimo film Scarface-Losfregiato, diretto nel 1932 da Howard Hawks), diretto da Brian De Palma(Blow Out, Vestito per Uccidere, Carrie, Omicidio in diretta ):
“Non sto più lavorando a Scarface”.
La notizia è stato un duro colpo per la Universal, e anche per lo stesso Guadagnino , il quale fu entusiasta di unirsi al progetto di Scarface nel 2020 e ha condiviso che intendeva trarre ispirazione sia dai film del 1932 che da quelli del 1983. Durante l’intervista, Guadagnino ha pure spiegato come la sua idea di cinema si confronta con il remake che dovrà girare :
“Per me, quando mi avvicino a qualsiasi adattamento o remake di un libro , si tratta di capire cosa la storia porta dentro di sé che va oltre la forma dell’opera originale ,in modo da poter raccontare quella storia da una prospettiva completamente diversa. Che sia fresco o meno, non saprei dirlo. Ma è diverso”.
Guadagnino è stato premiato con l‘Excellence In Cinema Award al MAMI insieme al regista indiano Mani Ratnam. Interrogato sul fatto se il cinema indiano abbia influenzato le sue opere, egli ha risposto :
Guardo molti grandi film, ma la mia formazione nel cinema indiano è quasi classica. Conosco i grandi capolavori e amo alcuni dei film contemporanei. Ma in termini di influenza, se c’è, è probabile che sia inconscia”.
Sceglie La moglie sola (1964) di Satyajit Ray( probabilmente il più grande regista indiano di sempre) come uno dei suoi preferiti e lo definisce così:
“È uno dei grandi ritratti della solitudine e delle emozioni femminili. È bellissimo”.
Nell’attesa di Challengers e anche di Queer(progetto che vedrà la collaborazione con Daniel Craig), possiamo solo che essere dispiaciuti per non vedere, dopo il suo bellissimoSuspiria, un altro interessantissimo remake di Guadagnino.