Uno dei più grandi misteri della storia dei videogiochi: chi era Justin Bailey e cosa c’entrava Samus senza tuta?
Il gioco
Metroid è lo storico titolo fantascientifico per NES che, uscito nel 1986, ha dato il nome a un intero genere unito con un’altra saga: il Metroidvania. Giochi labirintici in 2D nei quali bisogna esplorare ampie aree, spesso divise in zone differenti ciascuna con un setting particolare, abbattendo boss e giungendo a un obiettivo finale.
In questo tipo di giochi bisognava procedere con pazienza, facendosi strada tra i nemici e calcolando il percorso giusto da seguire in base ai poteri acquisiti man mano, fino a che lo schema generale non si delineava. Metroid era proprio così e per l’epoca fece la storia nel rappresentare un nuovo tipo di gioco, innovativo e impegnativo.
Samus Aran
Le novità in Metroid erano tante, a cominciare dalla protagonista. Una protagonista femminile, Samus Aran, che tuttavia non si rivelava tale agli occhi. Infatti per tutto il gioco indossa una tuta spaziale super-equipaggiata che, oltre a coprirle il volto e i capelli, la fa apparire muscolosa e ne cela quindi il profilo femminile.
Una peculiarità per niente scontata in un’era nella quale i videogiochi avevano come target principalmente un pubblico maschile; di conseguenza i protagonisti erano spesso uomini forzuti e armati o coraggiosi, mentre le donzelle (vedi la principessa Zelda o la principessa Peach) erano relegate al ruolo di ostaggi da salvare da qualche forza sinistra o qualche villain oscuro.
Justin Bailey
Detto questo: chi è Justin Bailey e che cosa c’entra? Risposta: non si sa chi fosse o chi sia, ma digitando il suo nome come password a inizio gioco era possibile giocare immediatamente con Samus senza tuta e “in costume”, così come appare in due possibili finali del primo gioco. Perché sia stato reso possibile non è noto.
Perché Justin Bailey, ossia un nome e un cognome? Molte teorie al riguardo sono sorte negli anni: c’era chi credeva che Justin Bailey fosse uno dei creatori del gioco, ma nei credits non compariva (e poi erano tutti giapponesi). Un rumour poi smentito diceva anche che “bailey” fosse slang australiano per “costume da bagno”, sicché con questa password Samus sarebbe apparsa “just in bailey”, “solo in costume”.
Perché creare la possibilità di giocare con Samus in questo stato? Solo per poterne apprezzare le forme femminili? Non parliamo del resto esattamente di Lara Croft, nel senso che la grafica non era ancora a livelli di definizione da poter rendere alcunché di “apprezzabile”, anche volendo; e poi sotto la tuta Samus non indossava affatto un costume ma una semplice calzamaglia.
Una mise che, del resto, come già detto si poteva vedere anche in due tra i diversi finali possibili del gioco. D’accordo che arrivare alla fine non era semplicissimo, e quindi la password serviva forse giusto per “scoprire” chi era Samus senza dover completare tutto. Non sapremo mai la verità: nessuno ha mai scoperto chi Justin Bailey fosse, o anche se soltanto fosse una persona vera.