Bone Tomahawk: la scena più cruenta mai vista in un film western

Bone Tomahawk
Condividi l'articolo

Questa scena del western del 2015 Bone Tomahawk rimane unica come momento più stomachevole e rivoltante mai visto in un film di questo genere. Se l’avete vista, sapete di cosa parliamo

Bone Tomahawk: la brutalità assoluta

Bone Tomahawk è un western del 2015 con Kurt Russell come protagonista. La trama è, almeno nell’incipit, simile a quella del classico Sentieri Selvaggi con John Wayne: un gruppo di pistoleri viaggiano in territorio indiano in cerca di alcune persone rapite, tra cui la moglie di uno di loro.

Ma qui finiscono le similitudini, perché gli indiani in questione sono “trogloditi” che sembrano rimasti all’età della pietra: cannibali sanguinari, non possiedono nemmeno un loro linguaggio e si chiamano a vicenda con mostruosi versi animaleschi. Vivono in una caverna e uccidere e mangiare sembra l’unica cosa di cui sono capaci.

La scena: una morte da macello

Uno dei personaggi rapiti, Nick, viene ucciso davanti agli altri prigionieri in un modo brutale e terrificante che qui possiamo solo descrivere (in ogni caso è facile ritrovare la scena in rete, e il film è famoso). Ebbene, tenetevi forte: Nick viene spogliato nudo, e si intende completamente nudo. Poi gli viene fatto lo scalpo, nella fiera tradizione dei più crudeli nativi americani.

Ma non è ancora morto, e il peggio deve ancora venire. Il pover’uomo viene messo a testa in giù, tenuto per i piedi a gambe larghe, mentre uno dei cannibali lo colpisce tagliando il suo corpo in due direttamente sui genitali. Infine, il corpo di squarcia e fuoriescono membra e interiora in gran quantità.

Una violenza cruda e inevitabile

Il film non risparmia altri momenti di lancinante violenza, presentata però senza commenti e quasi con una certa pacatezza, come una realtà crudele che non si può evitare ma solo affrontare. Il morale degli uomini, il confronto tra di essi e il darsi manforte contro le avversità di una natura (anche umana) avversa e spietata è il tema centrale del film, come di ogni western che si rispetti.

Tra le scene vediamo anche di peggio: due donne prive di braccia e gambe, amputate, e accecate con dei paletti che sono anche incinte. Private di ogni umanità e ridotte a schiave sessuali, non più persone ma oggetti. E del resto il film si apre con uno sgozzamento: fin dall’inizio è chiaro che vedremo ciò che c’è da vedere, senza censure.

Civili contro selvaggi

In un’altra scena del film un nativo americano che abita in città afferma, riferito ai cannibali: “Non sono come noi”. Una presa di distanza che traccia una linea tra persone e animali, lasciando i bruti al di là, persi in una crudeltà che antropologicamente potrebbe essere semplice necessità, ma mai evoluta e filtrata attraverso le fasi della civilizzazione.

Ma il discorso di Bone Tomahawk non è mai su “chi è il vero mostro”. La differenza è lampante e lo prova tutto ciò che avviene durante il viaggio degli uomini, nelle loro scelte e nel loro proteggersi a vicenda e lottare fino all’ultimo senza mai perdere la speranza. Che è, in fondo, la base dell’evoluzione della specie umana.

Continuate a seguirci su LaScimmiaPensa