Ve lo ricordate? Eugene Tooms, uno dei serial killer più efferati e memorabili di X-Files e un personaggio che ha fatto la storia della serie
Eugene Victor Tooms
Quello di Eugene Victor Tooms rimane un nome ben noto ai fan di X-Files. Pur comparendo in soli tre episodi della serie, rimane un esempio celebre del tipo di “mostro” che gli agenti Fox Mulder e Dana Scully si trovano ad affrontare: apparentemente umano, dal carattere misterioso e dai connotati imperscrutabili.
Entrambi gli agenti vengono personalmente coinvolti nella caccia a Tooms e debbono lottare contro le istituzioni stesse, legali e psichiatriche, che stentano a riconoscere il serial killer per quello che è; la componente horror negli episodi che lo riguardano si mescola a quella noir allorché i motivi psicologici, come spesso avviene nella serie, hanno la meglio su quelli crime ed action.
Il mostro che mangia i fegati
Tooms nasce nel 1863 e poco si sa della sua vita nei primi decenni. Le cose fondamentali da sapere: è in grado di entrare in letargo per lunghi periodi, usualmente di trent’anni, costruendosi un nido fatto di solito di pezzi di giornale uniti dai suoi stessi succhi gastrici. Il suo luogo di residenza è storicamente il numero 66 di Exeter Street, a Baltimora.
Ma ecco la parte più cruenta: quando si risveglia, ogni trent’anni, Tooms dà la caccia agli umani per cibarsi dei loro fegati. Di solito si “accontenta” di cinque vittime che infatti vengono uccise a intervalli regolari prima nel 1933 e poi nel 1963. In diverse occasioni lascia indietro indizi e anche impronte, ma anche se gli omicidi vengono collegati la sua colpevolezza non viene mai provata.
L’uomo che si allunga
Manca la parte sul modus operandi, ed è la più terrificante: Tooms è una specie di “mutante” in grado di allungare il suo corpo e i suoi arti attraverso passaggi strettissimi, come condotti dell’aria, tratti fognari o simili. Questo gli consente di essere (quasi) imprendibile, di raggiungere luoghi impossibili e di sorprendere le sue vittime.
Molti degli omicidi che compie rimangono inspiegabili proprio per questo, almeno finché nel 1993 non viene scoperto da Fox Mulder mentre si arrampica in un condotto di ventilazione. I due agenti capiscono poco a poco di cosa è capace, mentre i normali metodi di investigazione faticano a trovare un senso in questo particolare “X-File”.
In una delle scene più memorabili, Tooms attacca l’agente Scully a casa sua. S’infila nei condotti dell’aria e dopo aver tagliato la linea telefonica la aggredisce quando sta preparandosi per un bagno. Mulder interviene appena in tempo perché Tooms sta già per scarnificare la Scully per impossessarsi del suo fegato. In seguito viene arrestato, ma sarà poi rilasciato.
Lo scontro finale con Tooms si consuma nel 1994, nei pressi dell’ultimo nascondiglio del killer. Tooms va incontro a una morte orribile, ucciso sotto una scala mobile. L’influenza del killer sul lavoro di Mulder e Scully è enorme, esemplifica perfettamente il tipo di fenomeni ai quali si spingono incontro ed è ricordata, perciò, anche con una foto appesa da Mulder, assieme a ritagli e articoli su tutti i casi risolti, al muro del suo ufficio e in bella vista.