La scena di Cast Away che ha spezzato il cuore a tutti
Il film
Cast Away è il celebre film con Tom Hanks e diretto da Robert Zemeckis che, sulla falsariga del classico Robinson Crusoe, segue le vicende di un uomo che finisce naufrago su un’isola deserta e non ha modo di abbandonarla per diversi anni. Il film è diventato un classico e l’interpretazione di Tom Hanks, unico protagonista, è tuttora acclamata.
La trama consente di esplorare tutte le sfumature psicologiche di un uomo rimasto prigioniero assieme a sé stesso, costretto quindi ad affrontare spettri e paure che emergono dal più profondo del suo animo. Ma è anche una grande storia di umanità, di emancipazione e di resilienza nei confronti della natura più avversa ed antagonista possibile.
Un pallone per amico
Quando abbiamo detto che Tom Hanks è l’unico protagonista del film, non abbiamo detto proprio la verità: in effetti sull’isola non è “da solo”, ma a raggiungerlo arriva un amico. Un amico immaginario, da lui fabbricato inizialmente come scherzo utilizzando un pallone sportivo (con la scritta “Wilson”) che viene trasportato a riva dai resti dell’aereo finito in mare.
Chuck (Hanks) prende in mano la palla con la mano insanguinata e l’impronta rossa disegna quella che finisce col somigliare a una faccia. Approfittando dell’occasione e intimamente bisognoso di compagnia, Chuck “customizza” il pallone per renderlo simile a una testa umana e lo chiama per nome, finendo con l’intrattenere con lui anche diversi dialoghi (che sono in realtà monologhi).
Il legame con Wilson
Il legame con Wilson è fondamentale per Chuck: gli permette di mantenere intatta la propria salute mentale, e questo è un paradosso perché il fatto che lui parli da solo credendo di parlare con un amico non è esattamente indice di una mente a posto. Ma il fatto è che spesso Wilson funge da “coscienza” per Chuck, mettendolo di fronte a verità che lui stesso non sarebbe in grado di affrontare da sé.
Wilson diviene quindi a tutti gli effetti una parte di lui, una parte irrinunciabile perché rappresenta ciò che ha maturato e ha imparato nei suoi anni di permanenza sull’isola. Ma, proprio per ciò, è anche una parte che deve essere lasciata andare quando finalmente Chuck viene tratto in salvo: di qui l’importanza della scena qui sopra.
Nell’avventurarsi al di fuori dell’isola su una zattera improvvisata, Chuck si ritrova in balia delle onde e purtroppo Wilson finisce fuori bordo. L’uomo cerca di recuperare il pallone in tutti i modi, ma finisce fuori portata. Costretto a scegliere tra il suo amico e la sua salvezza, Chuck torna indietro ma non senza gridare straziato: “Wilson, scusami!”
Una scena di un’intensità enorme, se pensiamo che il protagonista sta parlando con una palla. Ma a questo punto ci siamo affezionati anche noi e capiamo bene il suo punto di vista, nonché l’evoluzione della sua psiche. Ecco perché la perdita di Wilson ci ferisce come la morte di una persona vera e propria; ma è un passo necessario, per Chuck, prima di tornare alla civiltà. Può tornare a vivere solo passando attraverso questo dolore.