Bugs Bunny: Lost in Time, il diabolico gioco dei colori nell’ultimo livello [VIDEO]

Bugs
Condividi l'articolo

Vi ricordate di questo mini-game in Bugs Bunny: Lost in Time? Quant’era fetente?

Il gioco

Bugs Bunny: Lost in Time non viene annoverato oggi come uno dei migliori videogiochi di sempre, ma poco importa: per moltissimi di noi rimane un vero gioiellino per PSX, un gioco senza grandi pretese ma realizzato davvero bene, con molti elementi divertenti ed originali, ottime grafiche e tutto quel che un titolo per ragazzi dell’epoca doveva avere.

Basato su vari personaggio Looney Tunes, il gioco spediva Bugs Bunny in giro per varie epoche, spesso caratterizzate approssimativamente (l’era dei “pirati”, ecc.) ma che includevano tutti i più famosi personaggi dei cartoni animati Warner, o quasi. In un setting platform Bugs doveva esplorare ampi livelli e recuperare una serie di strane sveglie, che in quantità sufficiente lo avrebbero rimandato a casa.

La sfida

L’ultimo livello del gioco, ambientato in uno strano futuro fantascientifico ed extra-terreste (la casa di Marvin il Marziano), includeva tutta una serie di piccoli giochi cerebrali che, in maniera anche innovativa per un titolo platform e specie di questo livello, richiedevano buone capacità d’intuito e di memoria.

LEGGI ANCHE:  Bugs Bunny: Lost in Time | Recensione

Quello che vedete qui sotto era l’ultimo di questi mini-giochi: Bugs doveva trovare la corretta combinazione di colori per sfuggire alla trappola elettrica, qualcosa che può essere fatto solo dopo molteplici tentativi. Per l’epoca, e specialmente per un pubblico di bambini (non tutti necessariamente versati in logica) si poteva trattare di un gioco anche difficile. Lo vedete qui al minuto 6:00.

Un’altra era

Ovviamente risolvere il puzzle da adulti è una barzelletta, ma rivederlo ci ricorda anche di un’epoca nella quale i videogiochi non provvedevano a “prendere per mano” continuamente il gamer, spiegando tutto per filo e per segno e dando indicazioni su ogni cosa, come avviene oggi.

Un po’ per via delle limitazioni sia del software che dell’hardware, e un po’ per via di una mentalità di un’epoca diversa, vediamo qui un prodotto che ci riporta a quell’ingenuità un po’ misteriosa anni ’90: la sostanza è “arrangiati”, cosa che oggi potrebbe piacere poco ma che ha insegnato ad almeno una generazione ad affrontare sfide ardue senza l’aiuto di nessuno.

LEGGI ANCHE:  Storie incredibili: quando Bugs Bunny salvò il proprio doppiatore dal coma

Buone intuizioni

Il gioco del resto è colmo di piccole trovate di questa portata: non sempre mini-game ma anche situazioni nelle quali semplicemente bisogna ragionare, capire come muoversi o trovare il metodo giusto per risolvere i più differenti rompicapo. La componente puzzle, in questo, completa alla perfezione quella platform.

Una ragione di più per cui molti di noi ricordano Bugs Bunny: Lost in Time con particolare affetto. Si trattava di un gioco perfettamente calibrato, perfetto per rilassarsi e distrarsi ma anche impegnativo, e però comunque molto divertente. Potremmo usare un luogo comune e dire che oggi di giochi così non se ne fanno più: ma di fatto è vero.

Continuate a seguirci su LaScimmiaGioca