Da quando lo abbiamo visto per la prima volta da vicino, abbiamo tutti notato sulla superficie di Plutone questa specie di “cuore”. Ma perché si trova lì? Ecco la spiegazione
L’ex-pianeta
Da quando venne scoperto da Clyde Tombaugh nel 1930 e fino al 2006 per tutti quanti Plutone è stato il nono pianeta del nostro sistema solare. Questo fino a quando gli astronomi, avendo trovato altri oggetti astronomici più grandi e tenendo presente come fosse anche più piccolo della Luna, non lo hanno declassato a pianeta nano.
Ciò nonostante Plutone, complice forse anche il nome che richiama il dio greco dell’oltretomba, rimane nell’immaginario collettivo di tutti noi come un mondo affascinante e misterioso. Perso nelle profondità dello spazio, ai confini del nostro sistema e sulla soglia dell’infinito, piccolo e ghiacciato, dimenticato persino.
Il cuore
Ecco perché, quando la sonda New Horizons lo ha raggiunto, prima nella storia, all’inizio del 2015, la sensazione attorno a tutto il mondo è stata comunque enorme e questo nonostante il recente declassamento. E, nelle prime immagini di questo nuovo piccolo pianeta, nessuno ha tardato a scorgere qualcosa di inusuale e inaspettato: un “cuore”.
Ovviamente, si tratta di una straordinaria coincidenza nonché di un bias dovuto alla familiarità che tutti noi abbiamo con questa forma: l’associazione nelle nostre menti è immediata ma chiaramente la superficie di Plutone si presenta così in questo punto per ragioni naturali; nessuno ci ha “disegnato” un cuore.
Tombaugh Regio
Questa zona è stata denominata Tombaugh Regio, come lo scopritore del pianeta nano. I due lobi del cuore sono geologicamente distinti e hanno colori leggermente diversi. In sostanza, si tratta di una grande zona ghiacciata con alta presenza di nitrogeno, monossido di carbonio e metano.
La zona occidentale, chiamata Sputnik Planitia, presenta montagne di ghiaccio alte anche fino a 3400 metri e la superficie della zona è non più vecchia di diecimila anni, indicando con questo che Plutone è tuttora geologicamente attivo. Per avere un’idea delle dimensioni, infine, basti dire che la Tombaugh Regio ha un diametro di circa 1590 chilometri.
Plutone e Lovecraft
A occidente della Tombaugh Regio si trova la Belton Regio, la quale è anche nota informalmente come Cthulhu Macula o “macchia di Cthulhu”. Non serve che vi ricordiamo di cosa si tratta, vero? Il riferimento a H.P. Lovecraftè voluto specie per quel che concerne il pianeta Yuggoth, ricorrente nella fiction dell’autore e implicitamente indicato come lo stesso Plutone.
Il pianeta viene menzionato specialmente nel racconto Colui che Sussurrava nelle Tenebre, scritto non a caso proprio nel 1930, come avamposto di una tenebrosa e rivoltante razza aliena. Non è difficile pensare a come il geniale scrittore possa essere stato sconvolto dalla notizia della scoperta di un nuovo mondo, e come questo abbia dato alla sua ispirazione una spinta incredibile. Ora, il dovuto omaggio gli è reso.