Borat: l’FBI controllava Sacha Baron Cohen durante le riprese del film

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A quanto pare c’era una genuina apprensione, ad alti livelli, per ciò che Borat (cioè Sacha Baron Cohen) stava facendo

Quando pensiamo a Borat Sadgiyev, ci viene subito in mente uno dei personaggi più controversi e irriverenti mai visti al cinema, nonché uno dei più autentici provocatori dell’era moderna. Dietro, non a caso, si cela il genio senza freni di Sacha Baron Cohen, umorista che rifiuta sempre di accettare qualunque compromesso.

Tuttavia, la sola forza del personaggio non basta a giustificare il suo successo. Bisogna considerare anche l’epoca: il primo film di Borat arrivò nel 2006, poco dopo l’inizio della seconda amministrazione Bush. L’America di quegli anni, la politica estera del paese, gli stereotipi, la superficialità della cultura pop ma anche le politiche governative venivano apertamente prese di mira.

La satira bollente di Borat colpiva dritta e violenta, senza risparmiare nessuno. E il paese, ancora arroccato nella paranoia seguita al 9/11 e sulle posizioni nazionaliste dietro alla Seconda Guerra del Golfo, era ancora ben lungi dall’accettare in un’autocritica la possibilità che diversi di quei fenomeni e di quegli atteggiamenti fossero sbagliati.

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Il che era, poi, il punto: Baron Cohen sapeva che solo pungendo sul vivo si poteva colpire veramente un pubblico assuefatto ad una spettacolarità ammorbidente, in quegli anni fatta principalmente di reality show e dei primi, ingenui talent moderni. Insomma, questo per dire che un film del genere difficilmente avrebbe avuto lo stesso impatto, per esempio, durante la presidenza Obama.

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