In Matrix, Morpheus (interpretato da Lawrence Fishburne) spiega a Neo (interpretato da Keanu Reeves) che il loro primo incontro è dovuto a qualcosa che non riusciva a spiegarsi ma di cui riusciva a percepirne l’esistenza. E da lì gli propone l’amletica scelta: pillola azzurra(la scelta di ignorarla) o pillola rossa( la scelta della verità). Il professore di fisica Melvin Vopson ha scelto la pillola rossa, sostenendo di poter provare come la nostra vita sia una vera propria realtà virtuale e simulata.
Egli ha affermato come la struttura dell’universo sia come un flusso di informazioni che, per modello e simmetria, potrebbe essere similare a quello di un programma per computer. Nell’intervista rilasciata al MailOnline egli ha affermato quanto segue:
I miei studi illustrano una possibilità curiosa e interessante di come non viviamo in una realtà oggettiva e che l’intero universo potrebbe essere solo una simulazione di realtà virtuale super avanzata. Più semplicemente, tutto sembra evolvere verso uno stato di equilibrio in cui il contenuto informativo è minimo.
Tale sviluppo ricorda pienamente le regole impiegate nei linguaggi di programmazione e nella codifica dei computer. La simulazione di un universo super complesso come il nostro richiederebbe un meccanismo integrato di ottimizzazione e compressione dei dati al fine di ridurre la potenza computazionale e i requisiti di archiviazione dei dati per eseguire la simulazione.
Il professor Vopson ha inoltre affermato di come l’ottimizzazione di questi dati si può riscontrare quotidianamente nei più svariati sistemi scientifici come la matematica, l’algebra o la biologia. Ha anche inoltre affermato che ciò non sia assolutamente una prova definitiva ma solo la base di una teoria, del notevole scetticismo che essa ha riscontrato negli ambienti accademici e di ipotizzare una fonte alternativa del quinto stato della materia, è costituita principalmente da tre stati: Solido, liquido e gassoso.
A questi se ne aggiungono due: il plasma e il quinto, ossia il condensato di Bose-Einstein, che mostra come gi atomi di un gas raffreddato a temperature prossime allo zero assoluto si raggruppino e comportino come un’unica entità. Il professore ha però preso una strada diversa, sostenendo che l’informazione stessa potrebbe effettivamente avere una qualche forma di massa o modo di influenzare l’universo che ci circonda. Secondo lui potrebbe essere la cosiddetta “materia oscura”. La chiosa finale dell’intervista si è concentrata su come potremmo dirigerci verso una “catastrofe dell’informazione”, che consiste nell’ormai raggiungimento della massima quantità possibile di informazioni digitali e la massima potenza necessaria per sostenerla.
Nel 2022, ha affermato di aver scoperto una nuova “legge della fisica” che potrebbe prevedere le mutazioni genetiche negli organismi, come i virus, per aiutare a giudicare le possibili conseguenze. Si basa sul secondo principio della termodinamica ed afferma che una misura di disordine in un sistema isolato può solo rimanere la stessa o aumentare. È una teoria a dir poco interessante. Sarà vera? Ci toccherà vedere quant’è profonda la tana del bianconiglio.
Che ne pensate? Seguiteci su LaScimmiaPensa