Conosciamo tutti il tenente Colombo, anche i più giovani: ma avete mai saputo come si chiamava di nome? Ebbene, c’è una risposta e non è risaputa
Parliamo del buon vecchio tenente Colombo: l’investigatore della omicidi di Los Angeles coinvolto in casi spesso complessi e cervellotici, protagonista della omonima serie (Columbo, con la u, in originale) in onda tra anni ’70 e ’80. Anche i più giovani di noi lo hanno perlomeno sentito nominare o di certo sanno chi è e come è fatto.
Ebbene, molte sono le curiosità su di lui e sulla serie che molti non conoscono. Per esempio, c’è la misteriosa “moglie” che Colombo cita di continuo ma che non si vede mai, o quasi. Oppure il cane del tenente, che lui chiama letteralmente “cane”, come nome proprio. Tutti dettagli chiaramente sintomatici del personaggio.
Colombo infatti sfrutta come arma segreta la sua pretesa dabbenaggine, facendosi sottovalutare da quelli che fin da subito individua come gli assassini e cogliendoli in fallo fingendosi distratto, tonto o persino incapace. Poi, di norma alla fine di ogni episodio, getta la maschera dando prova di un acume insospettabile e incastrando il colpevole.
Molte sono le cose da dire per quanto riguarda Colombo: la sua è una serie che andrebbe rivista e analizzata con occhio moderno per svelarne tutte le sfaccettature e i commenti indiretti sulla società dell’epoca. Ma ci sono anche alcune altre piccolezze, banalità persino, che molti ancora oggi non conoscono.
Per esempio: come si chiama il tenente Colombo di nome? Potrà sembrare un dettaglio insignificante ma il poliziotto non cita quasi mai il suo nome nel corso degli episodi. Di fatto, anzi, compare solo quando il suo distintivo viene inquadrato per qualche secondo, molto di rado. Ebbene: si chiama Frank Colombo.
Lo possiamo desumere da un’immagine come questa qui sopra, anche se ci sono ancora molti dubbi in merito dato che raramente nella serie i documenti di identità del tenente vengono inquadrati bene. Questo del resto conferisce al personaggio un’aura di universalità e un carattere da “uomo qualunque” che lo rendono ancora oggi particolarmente amato.