I millennial (25 – 40) seguono specialmente sponsorizzazioni relative ad abbigliamento e viaggi mentre la generazione più giovane, la Gen Z (18 – 25) si sofferma com’è prevedibile principalmente su prodotti di intrattenimento di largo consumo come cinema, serie televisive e videogiochi. Il tipo di influencer seguito, si intende, varia di conseguenza.
In termini di percentuali i dati si possono dividere, circa gli interessi seguiti e relativi influencer che vi si dedichino, così: cucina e alimentazione (28%), viaggi (24%), musica (24%), abbigliamento (21%), tecnologia (20%). Basti pensare ai brand sponsorizzati da una Chiara Ferragni, tanto per fare l’esempio più lampante, per rendersi conto di come fare l’influencer oggi possa essere più che redditizio.
Una situazione che riflette l’enorme cambiamento mediatico portato dall’avvento dei social e che si presenta profondamente diversa già anche solo rispetto a dieci anni fa. Se a seguire molti influencer sono per ora relativamente in pochi, i dati dicono che comunque nel frattempo già 7 milioni di persone, ossia un quinto degli italiani, ne segue ben undici se non di più.
Il 51% di coloro che li seguono dichiarano di fidarsi ciecamente dei consigli per gli acquisti (nel senso di non porsi il dubbio se potrebbero risultare in prodotti difettosi o di scarsa qualità ), mentre il 16% si dice “scettico” al riguardo e, non sorprendentemente, questa percentuale coinvolge più che altro la fascia di popolazione più anziana.