Amedeo Minghi è uno dei cantautori più importanti del nostro Paese. Autore di successi come Il profumo del tempo o Vattene amore, nel corso degli ha fatto innamorare milioni di spettatori. Qualche giorno fa si è raccontato in una lunga intervista col Corriere della Sera, dove ha parlato della situazione della musica contemporanea.
Ogni generazione ha il dovere di cambiare tutto, è sempre successo così – dice Amedeo Minghi. Adesso i giovani propongono canzoni con testi incomprensibili, parole che non so cosa significano. Perché sono troppe. Noi venivamo dalla poesia vera, dove le parole contavano. Ma più aggiungi parole, meno dici. Con rime forzate riesci a sfornare stupidaggini incredibili. Il livello oggi è basso basso. Preoccupante
Andando avanti ha poi parlato della moglie, Elena Palladino, morta nel 2014:
Il mio è stato un rapporto importante, è difficile trovare le parole. Nell’album a cui sto lavorando, “Anima sbiadita”, c’è molto di me e di lei. Avevo bisogno di elaborare il lutto. Se non tiri fuori quel che senti dentro, questo marcisce. Tutte le canzoni d’amore che ho scritto sono dedicate a Elena. Era l’unica che poteva vedermi piangere (l’ho scritto nell’Immenso), ammessa alla vera intimità. La mia prima referente. Fare sentire le canzoni a lei per prima era importante per me.
Amedeto Minghi ha infine parlato di Papa Wojtyla, suo grande fan, per il quale realizzò la canzone Un uomo venuto da lontano
In Vaticano cercavano un interprete, venni invitato a cantare alla sala Nervi con l’orchestra e il coro diretti da monsignor Marco Frisina nell’ambito di una celebrazione del sacerdozio del Papa. Che, cosa non frequente, seguì personalmente il concerto, nel quale avevo incluso, riarrangiata e riscritta, anche “Un uomo venuto da lontano”. Alla fine il Papa mi fece un sacco di complimenti e mi chiese il testo del brano, perché non aveva capito bene tutte le parole.
Che ne pensate?
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