Molto meno credibile però è la parte pertinente al cyborg, al viaggio nel tempo (che, sì, sa di già sentito) e alla solita “Matrix” in cui saremmo tutti rinchiusi, cose che si sentono da anni e che sembrano più venire dai gruppi Telegram di complottisti che dall’esperienza di una “coscienza collettiva”.
Diciamo che nel complesso il tutto sarebbe molto più credibile e spaventoso se non fosse che di profeti che prevedono l’apocalisse e viaggiatori del tempo che ci mettono in guardia da un futuro terribile ne abbiamo già avuti a iosa, come il buon vecchio John Titor. Ricordiamo per esempio anche che tecnicamente secondo un’altra teoria il mondo sarebbe dovuto finire lo scorso 23 settembre, eppure eccoci qui.
Il discorso è uno: il mondo è sempre più frenetico e sempre più complesso e per tantissime persone è più facile credere a una narrativa da cinema di Hollywood o da serie Netflix che affrontare e capire l’intricata realtà. Per cui, quando personaggi come questi fanno la loro comparsa, non sono in pochi a dar loro credito.
C’è anche da dire che costui, Orrin, ha anche cucito su di sé l’immagine di un artista rap per raccogliere seguaci, laddove però la madre sostiene che il tutto, compresa la faccenda del cyborg, sia solo una scusa per continuare a vivere a casa sua e “scroccare”. E lei crede, comprensibilmente, che il modo migliore per lui di prevenire l’apocalisse sia trovare un lavoro.