L’idea originale si perde però in un bianco e nero forse poco adatto a una parodia di questo tipo, in toni filosofici incerti tra la commedia, l’horror e il dramma, e in una trama a tratti fin troppo esposta a contenuti grafici, che paiono auto-giustificarsi, e a tratti diluita in immagini puramente contemplative, come se Pinochet riflettesse sulla sua stessa vita in quanto esistenza non violenta ma mistica e affascinante.
L’operazione portata a termine dal film è intrigante perché evita di ricadere nella prevedibilità e dice qualcosa di nuovo e di diverso su una cosa sulla quale tutto s’è detto dalla morte del dittatore, nel 2006; allo stesso tempo risulta però poco convincente perché cucendo su Pinochet una figura “nuova”, diversa da quella che conosciamo, nulla ci dice su ciò che egli era realmente.