A sud, oltre la Grand Line, si trova il mare detto South Blue; ad ovest, in corrispondenza del mare a est e dall’altra parte della linea rossa c’è il North Blue, mentre a sud di questo si trova il West Blue. In pratica abbiamo Nord-Est sopra la Grand Line, e Ovest-Sud al di sotto, una disposizione incrociata che può trovare molti confusi.
Non è finita: la Grand Line, detta anche la Rotta Maggiore (o “Grande Blu” nel doppiaggio in italiano della serie anime) è chiusa a nord e a sud da due fasce di bonaccia, che diventano quattro considerando ambo gli emisferi del mondo, pressoché impossibili da oltrepassare; motivo per cui per chi vuole inoltrarsi nella Blue Line è necessario spesso salire sulla Reverse Mountain.
Una geografia molto complessa da capire, che poi segue anche leggi e movimenti imprevedibili, di cui qui non parliamo per non spingerci troppo oltre con gli eventi rispetto alla prima stagione su Netflix. Tuttavia, è importante capire come gran parte della riuscita della serie sia dovuta a questo lavoro di world building davvero peculiare da parte di Oda.
Infatti l’universo di One Piece è a sé stante, risponde a tutta una serie di regole che non riguardano solo la morfologia del mondo ma anche la divisione dei poteri, le forme di governo, l’economia, le strutture sociali e i metodi di spostamento e di comunicazione. Impossibile pretendere di capire tutto questo alla leggera.