La leggenda è sorta perché all’epoca era difficile reperire informazioni precise sulla sua carriera e sulle sue origini, e specie il pubblico non tedesco non sapeva bene da dove venisse o chi fosse l’attore. Ma c’è anche una spiegazione molto più semplice e convincente sulla natura realistica della sua interpretazione nel film.
Sembra infatti che Schreck fu allievo nientemeno che di Konstantin Stanislavskij, dal quale apprese il famoso metodo di immedesimazione recitativa totale. Ecco perché sul set con Murnau non uscì mai dal personaggio, nemmeno per un secondo. Facile, a quel punto, convincersi che fosse un vero vampiro “assunto”, secondo la leggenda, dal regista dopo un viaggio nei Carpazi.
E poi c’è il suo cognome, Schreck, che in tedesco vuol dire più o meno “tremendo terrore”. Si può ben capire come questa nomea sia sorta attorno all’attore. In realtà Nosferatu rappresenta solo una parte della sua lunga carriera, nonché il suo unico film horror. Negli anni successivi lavorò con Max Ophüls, con Bertolt Brecht e di nuovo con F. W. Murnau nella commedia del 1924 Finanze del Granduca.
Insomma, lo avrete capito: le voci su di lui sono infondate, foss’altro perché ovviamente i vampiri non esistono. Certo è che questa leggenda ha fatto molto gioco alla reputazione dell’attore e del film, entrambe ora chiamate in causa nuovamente con l’arrivo di un nuovo remake ad opera Robert Eggers. Per il quale, non serve dirlo, non stiamo più nella pelle.