One Piece: le differenze tra l’anime e la serie Netflix

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O ancora: nell’anime viene dedicato molto meno spazio alla carriera in marina di Kobi ed Helmeppo (o Hermeppo), mentre il personaggio del vice ammiraglio Garp, il nonno di Luffy, è praticamente assente, almeno nei primi episodi. Molti altri personaggi secondari sono stati scartati o eliminati per concentrarsi sui principali e sulle vicende più importanti.

Il setting e lo svolgimento di diverse scene chiave è stato variato: per esempio nell’anime la famosa scena in cui Luffy dona il suo cappello di paglia a Nami si svolge di giorno e in città; nella serie invece si svolge di notte, in mezzo agli aranceti. Piccoli cambiamenti che tuttavia non incidono sulla riuscita dell’insieme.

Un’altra differenza è la mancanza di molti “effetti speciali” e scene d’azione spettacolari che nell’anime abbondano, per forza di cose trattandosi di disegni animati. La scelta saggia nella serie Netflix è stata quella di non esagerare con la CGI e recuperare queste sequenze solo in alcuni combattimenti o in pochi altri momenti, cercando nel resto un solido e convincente realismo.

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Ecco perché anche gli scontri, che nell’anime sono molto più lunghi con abbondanza di poteri, mosse e colpi di scena (e violenza), sono nella serie molto più asciutti e trattenuti, per quanto sempre comunque coinvolgenti. Insomma, di scelte se ne sono compiute tante e in più direzioni, ma visti i risultati si può dire che si siano rivelate tutte o quasi giuste.

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