One Piece: le differenze tra l’anime e la serie Netflix

One Piece
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Quanto è distante l’adattamento in live-action di One Piece dal popolare anime che tutti abbiamo visto, con i primi episodi, vent’anni fa?

Che la versione in live-action di One Piece sia riuscita, rispetto all’anime e anche al manga di Eiichiro Oda, ormai l’abbiamo capito. Ma tra la serie animata e quella con attori in carne e ossa ci sono molte differenze, tuttavia superate con maestria e che non fanno percepire un grande scarto tra i due prodotti.

Quali sono? Per cominciare, tutto quello che vediamo nella prima stagione della serie Netflix, nell’arco cioè di soli otto episodi, ne riassume ben quarantacinque della serie anime, della durata di circa venti minuti l’uno. Questo per dare l’idea di quanto sia stato condensato in così poco spazio, riuscendo comunque miracolosamente a dare l’impressione che non manchi nulla (perché, di fatto, non manca nulla).

Soltanto la saga di Arlong, tanto per dare un’idea, nell’anime occupa qualcosa come quindici episodi. Ma la serie Netflix è in grado di mantenere solo gli elementi essenziali comunicando comunque tutto quello che serve nel rapporto tra i personaggi e nella loro caratterizzazione.

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Ci sono molte altre differenze, che riguardano scarti di trama anche notevoli. Per esempio, nell’anime Luffy incontra prima Zoro e solo dopo un po’ i due si imbattono in Nami; nella serie invece si incontrano tutti e tre quasi contemporaneamente. Oppure: nell’anime Usopp è a capo di una sua propria banda di “pirati” (in realtà bambini), completamente assenti nella serie.

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