Ecco, quindi, l’ipotesi: quello del gioco potrebbe semplicemente essere un mondo post-apocalittico, nel quale un qualche tipo di catastrofe (un’arma di distruzione di massa, un virus, il global warming, chissà) ha cancellato la civiltà com’era un tempo e ne ha lasciato solo queste vaghe spoglie, in uno scenario simile a quello di Adventure Time.
Questo spiegherebbe perché non esiste tecnologia e gli uomini sono dovuti ripartire in pratica dalla preistoria, con attrezzi prima di legno, poi di roccia e quindi di ferro; perché il ritorno all’agricoltura e all’allevamento è portante; perché il mondo è inesplorato e non c’è modo di comunicare.
Con l’apocalisse potrebbe centrare qualcosa il drago dell’End, il boss finale del gioco? Forse le forze di quella dimensione hanno invaso e causato il collasso di questa, ed ecco perché vanno fermate: perché non si ripeta di nuovo. Si tratta di speculazioni, naturalmente, perché nessun indizio nel mondo di Minecraft permette di capire che cosa sia successo veramente.
Eppure, per certi versi è proprio questo a renderlo affascinante: l’impressione di trovarsi agli albori di una nuova civiltà, a margine di segreti sottaciuti e misteri impossibili da svelare, porta a questo gioco pur con la sua grafica semplice e il suo gameplay intuitivo, uno spessore che altrimenti forse non si coglierebbe.