L’uscita della serie di One Piece targata Netflixpotrebbe far tornare in voga un trend che purtroppo si sta ripetendo un po troppo spesso, ovvero quello delle trasposizioni fallimentari per quanto dei live action tratti da anime e manga.
Uno dei peggiori live-action mai trasposti è sicuramente quello dedicato al manga di Death Note. Tralasciando il cambio di etnia di Elle, che è interpretato da Lakeith Stanfield, vengono a mancare quelle dinamiche che hanno fatto proprio di Elle uno dei personaggi più iconici dei manga. Come ogni trasposizione dedicata a manga ed anime, se Death Note avesse avuto un altro nome, forse, e dico forse, poteva essere anche un bel film.
Purtroppo questa trasposizione ha ben poco del manga che abbiamo amato. Lingard non è riuscito minimamente a ricreare quell’atmosfera da thriller psicologico che vedeva fronteggiarsi L e Light, trasformando un’opera incredibile in una storiella che poco ha a che fare con quel Death Note che tutti abbiamo amato. Una sceneggiatura modificata all’inverosimile che trasforma Elle in un violento, con inseguimenti e sparatorie. Infine, un’altra nota dolente è il Ryuuk di Willem Defoe, colpito anche lui dalla ricostruzione vergognosa del film di Netflix. Lo shinigami diventa in questo modo parte attiva di ciò che avviene, modificando anche qui la natura del personaggio. Uno dei punti più bassi di una produzione Netflix, che con One Piece potrebbe nuovamente toccare il fondo.
4. Cowboy Bepop
Altra produzione Netflix ed altro insuccesso da parte della piattaforma streaming che anche questa volta non è riuscita a realizzare un prodotto degno del materiale originale. Infatti, Cowboy Bepop, serie-live action ispirata all’anime di Shinichiro Watanabe del 1998, è stata cancellata dopo la prima stagione. Purtroppo anche in questo caso la lezione non è servita, e si è voluto continuare a puntare sulle trasposizioni dedicate ad anime e manga con quello di One Piece.
Cowboy Bepop non ha il carisma della sua controparte cartacea, ed anche se visto da neofiti del genere, che non si sono mai approcciati a al manga, risulta comunque una serie non degna di nota. Infatti, potrebbe tranquillamente mescolarsi tra le numerose serie Netflix senza distinguersi. Se poi viene vista da appassionati dell’anime purtroppo va a peggiorare. Poche idee e mal trasposte, anche prendendo le idee a piene mani dal prodotto originale, non ha avuto il successo desiderato. In questo modo è arrivato ad essere ricordato come uno degli errori più grandi che la piattaforma streaming ha commesso a livello di trasposizioni, ma continuando a realizzarne altri, come quello dedicato a One Piece.
3. I Cavalieri dello Zodiaco
Non c’era bisogna di andare a scavare troppo nel passato per trovare una trasposizione che si faccia ricordare per la sua poca riuscita. Infatti, una delle ultime trasposizioni di un anime è stata quella dedicata a I Cavaliere dello Zodiaco. Partiamo dicendo che il protagonista, ovvero Pegasus, è l’attore che avrà la parte di Zoro in One Piece, e forse la sua performance è una delle poche a salvarsi.
Mackenyu è un grande esperto di arti marziali giapponesi, quindi la maggior parte delle acrobazie che vediamo vengono fatte da lui. Purtroppo il film ha pochissimo de I Cavalieri Dello Zodiaco che conosciamo. Oltre ai classici scontri con i quali siamo cresciuti abbiamo sparatorie ed inseguimenti che poco hanno a che fare con l’antica Grecia. Una bella ciliegina, su questa torta inguardabile, è la presenza di Sean Bean. L’ex Ned Stark, qui interpreta un ricco uomo d’affari che svela a Pegasus di essere destinato a proteggere la reincarnazione della dea Atena.
Anche con la presenza dell’attore, il film rimane povero di idee e con l’eccessiva occidentalizzazione, la pellicola perde anche l’originale traccia giapponese che i fan di Saint Seiya non perdonano. Un tentativo andato a male, di aprire un franchise che speriamo non si realizzi, vista la chiusura aperta del film.
2. Attack on Titan
Questa volta non è nuovamente Netflix ad entrare in classifica, ma un adattamento made in Giappone, che ha provato a trasporre Attack on Titan sul grande schermo! L’attacco dei giganti è stato sulla bocca di fan ed appassionati del genere per molto tempo, e nel lontano 2015, il creatore del manga ha dato carta bianca alla produzione del live-action per realizzarlo a loro piacimento, un errore che si spera non si commetta mai più. Una scelta che Oda non ha fatto con One Piece, in quanto il creatore ha avuto l’ultima parole su ogni scelta del live-action targato Netflix.
Infatti Attack on Titan è pieno di cambiamenti di trama, senza contare effetti visivi ai livelli di film di serie B che non riescono a trasmettere la violenza e la crudezza dell’opera originale. Quando si cambia il senso della trasposizione, le basi della storia e l’evoluzione della stessa, allora chiamarlo con lo stesso nome del prodotto originale non ha molto senso. Ed è evidente come il live-action di Attack on Titan poteva tranquillamente evitare di vedere la luce. Avremmo lo stesso dormito sogni tranquilli.
1. Dragon Ball – Evolution
Il culmine delle trasposizioni errate, quelle che non si vorrebbero vedere mai, l’esempio perfetto di come non si realizza un adattamento è Dragon Ball – Evolution. Storia completamente distorta, con una trama completamente fuori da ogni logica e personaggi differenti da quelli che conosciamo. Un Goku adolescente, sfigato che scopre i suoi poteri grazie a suo nonno. Proprio grazie a questi poteri riesce a conoscere ed a conquistare la ragazza che gli piace, ovvero Chichi. Una trama che sembra presa direttamente da quella di Spider-Man. Il Genio è un uomo esperto di arti marziali che insegna a Goku la Kameameha, ma del Genio che conosciamo non ha niente, neanche la barba.