Dal 30 agosto solo al cinema, The Equalizer 3 - Senza Tregua, capitolo finale della trilogia con Denzel Washington protagonista assoluto. Ecco la nostra recensione.
Un altro cerchio che si chiude. Dopo Keanu Reeves, ecco arrivare The Equalizer 3 – Senza Tregua, capitolo conclusivo della trilogia che vede le imprese di Robert McCall arrivare al punto finale. Alla conduzione, rispettivamente al di qua e al di là del set, il proficuo sodalizio tra Antoine Fuqua alla regia e Denzel Washington nei panni del protagonista giustiziere che non riesce a resistere di fronte ad un torto.
Tratta dall’omonima serie televisiva, questa saga ha saputo attirare a sé l’attenzione grazie ad un connubio ben dosato tra dramma e cruenta azione, osservando film dopo film l’evoluzione di un ex agente segreto che sembra non voler fuggire al proprio destino. La giustizia, la difesa dei deboli contro i soprusi di ogni giorno sono il mantra che lo spinge ad alzarsi la mattina. Almeno fino ad oggi.
The Equalizer 3 – Senza Tregua, la Trama
Una panoramica sulla Sicilia nascosta ci porta in una missione apparentemente facile per Robert McCall. Un rapido sterminio di mafiosi che però si rivela essere più complesso, a causa di un semplice bambino. Nulla di poi così ingestibile per un uomo che ha affrontato mafia russa e traditori del governo vari.
Eppure, quella che era una semplice missione, toglie il coperchio ad un immenso vaso di Pandora che coinvolge la camorra e fondamentalisti islamici, alla ricerca ovviamente del nostro protagonista. Il tutto, mentre Robert sembra aver trovato una sua dimensione in un piccolo paese siciliano.
The Equalizer 3 – Senza Tregua, la Recensione
Ritrovare se stessi in un paesino di mare nella profonda Sicilia. Questo è ciò che accade a Roberto McCall, dopo essersela vista molto brutta durante una delle sue solite missioni contro le ingiustizie. Eppure come un effetto domino, dietro un violento e semplice recupero di denaro ingiustamente sottratto, vengono a galla altre violenze e abusi di ogni forma, per i quali è impossibile girarsi dall’altra parte.
Il duo Fuqua-Washington è da sempre stato un binomio che ha portato drammi e azione sempre ben calibrate, al netto di risultati finali ogni tanto anche rivedibili. Non di meno, i primi due capitoli di questa saga, hanno saputo regalare all’action un nuovo punto di vista in cui non si badava tanto alle coreografie classiche (leggasi alla voce John Wick) quanto più ad una storia che umanizzasse il protagonista.
L’empatia dunque era una strada da seguire e battere fino in fondo. Il che potrebbe sollevare critiche rispetto l’action in sé, ribaltato in toto rispetto quell’equazione perfetta che prevede l’esaltazione del corpo invincibile e indistruttibile. In tal senso, la saga di The Equalizer ha preferito dare qualcosa di nuovo, capace di accontentare un po’ tutti. Da chi ricerca una storia valida di spionaggio e dalle tinte thriller, da chi invece vuole delle sane botte.
Non si esime da questa idea neanche The Equalizer 3 – Senza Tregua, sebbene la scelta complessiva ricada su un terzo elemento, non del tutto nuovo, ma in questo caso profondamente esaltato: la ferocia. A farne le spese, suo malgrado e non del tutto, la parte più drammatica, ridotta quasi all’osso e risolta rapidamente da Emma, interpretata dalla sempre apprezzabile Dakota Fanning.
Sebbene un doppiaggio rivedibile, le prove attoriali di tutti i protagonisti, ci regalano momenti in cui è difficile non empatizzare, anche al netto di inevitabili risate che noi italiani ci faremo in sala. Essendo ambientato di fatto tra Napoli e Sicilia, gli stereotipi sono all’ordine del giorno. Mai fastidiosi, sempre molto divertenti nel loro essere profondamente edulcorati. Dal povero carabiniere Bonucci fino ad un odio impossibile da contenere per il personaggio magistralmente interpretato da Andrea Dodero.
Insomma, trovata l’ingiustizia della Mafia, al fuoco si risponde col fuoco, nella miglior tradizione di The Equalizer. Dopo l’ennesimo sopruso, inizia la mattanza in cui come un B-Movie d’essai, Robert si scaglia contro la Camorra/N’drangheta (qui un tutt’uno, dati gli accenti).
The Equalizer 3 – Senza Tregua viene quindi spogliato di ogni possibile frivolezza e vola dritto al punto, riducendo la trama all’osso e risolvendola senza troppi fronzoli o colpi di scena degni di essere chiamati tale. Non è questo il punto di Fuqua, che preferisce esaltare le gesta di Denzel Washington e chiudere per l’appunto il cerchio della giustizia.
La violenza viene costantemente estetizzata, esaltando al tempo stesso la figura del protagonista che scena dopo scena acquisisce e fortifica la sua presenza quasi demoniaca per il male che lo circonda. Un antieroe dunque che vede nella morte l’unica espiazione di personaggi malvagi ed irrecuperabili (volendo, nella miglior tradizione a stelle e strisce).
Scorrerà tanto sangue, in nome di un bene supremo, e affinché non ne scorra più. E se nel non troppo antico oriente si diceva che bastava colpirne uno per educarne cento, per Robert McCall il rapporto resta di uno a uno. La macchina da presa di Fuqua indugia dunque sulla violenza, erigendola a manifesto giustizialista ed esaltando quindi ancor di più la figura del nostro protagonista impossibile da odiare. Per restare in tema, peccato non vederlo in un ipotetico crossover con John Wick.