In Oppenheimer il nostro Robert Downey Jr. porta in vita Lewis Strauss in modo coinvolgente e convincente. L’interpretazione dell’attore sa catturare l’ambivalenza del personaggio, la sua abilità strategica e il suo desiderio di plasmare il destino della nazione attraverso il suo coinvolgimento nella politica nucleare.
La rappresentazione cinematografica di Lewis Strauss offre al pubblico l’opportunità di riflettere sulla complessità morale e politica dell’era atomica, esplorando le tensioni tra la necessità di sicurezza nazionale e l’etica dell’uso della tecnologia nucleare. Il personaggio di Strauss diventa allora un microcosmo dei dibattiti e delle decisioni cruciali che hanno caratterizzato quel periodo storico.
Per decenni la figura di Strauss è sempre stata vista come fortemente negativa, quasi quanto quella di un “villain”, ritraendolo come spione, invidioso e malizioso capace di tutto pur di perseguire le sue vendette personali. Tuttavia è stato osservato che nei riguardi delle simpatie comuniste di Oppenheimer potrebbe “non aver avuto completamente torto”.
Strauss credeva che l’energia nucleare avrebbe presto soppiantato ogni altra forma di energia ma sottovalutava grandemente i rischi, primo fra tutti il pericolo dell’avvelenamento da radiazioni già evidente del resto dai primi test con bombe atomiche nel Pacifico. Inoltre, l’imprenditore è morto nel 1974 e non ha potuto constatare i risultati dell’incidente alla centrale nucleare di Chernobyl, nel 1986.
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