Cast Away: in origine Wilson avrebbe dovuto parlare con Tom Hanks

Wilson
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Sì, nella prima stesura della sceneggiatura erano previsti veri e propri dialoghi tra il protagonista e il beneamato pallone Wilson

Wilson rimane uno dei più celebri e famosi personaggi “muti” nella storia del cinema, anche perché non è un personaggio: è letteralmente un pallone. Infatti è solo l’immaginazione di Chuck Noland (Tom Hanks), naufrago solitario su un’isola, che, sprovvisto di un Venerdì, s’immagina che Wilson sia vivo e parli con lui.

Questo è ovviamente un espediente al quale viene mosso quasi inconsciamente, spinto come ogni essere umano verso un essenziale (e in questo caso disperato) bisogno di compagnia. Non solo Chuck parla con Wilson, ma provvede anche a dargli connotati umani disegnando su di lui una faccia, donandogli dei capelli, e così via.

Riesce anche a litigare con il pallone, a un certo punto scagliandolo via in un impeto di rabbia salvo pentirsi subito dopo e correre a cercarlo. La parte razionale della mente di Chuck sa che si tratta solo di un oggetto, ma in fondo quante volte anche a noi capita di prendere per “reali” per esempio gli assistenti digitali nelle nostre case, o i personaggi di un videogioco?

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Qui la questione è più complessa perché non riguarda la tecnologia ma il semplice bisogno di compagnia e amicizia: Wilson, avendo una forma rotonda, è ciò che sull’isola deserta più ricorda una faccia o una testa umana; allo stesso tempo si tratta di un oggetto legato alla civiltà, non naturale ma prodotto artificialmente. Ossia, in qualche modo, un ricordo di casa.

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