Negli ultimi tempi Jennifer Aniston, star di Friends, ha attaccato le tendenze moderne riassumibili nel concetto di Cancel Culture. Parlando col Wall Street ha ribadito il suo pensiero, facendo riferimento ad Harvey Weinstein, il produttore condannato a 39 anni di carcere per stupro e violenza sessuale.
Sono così stufa della cancel culture – esordisce Jennifer Aniston. Probabilmente sono appena stata cancellata per aver detto questa cosa. Non capisco proprio cosa significhi. Non c’è redenzione per nessuno? Non sono tutti Harvey Weinstein. Lui non era quel tipo di persona che dicevi: “Dio, non vedo l’ora di uscire con Harvey”. Mai. Semplicemente pensavi: “Oh, Dio, Ok, mi tocca”. Ricordo che una volta è venuto a trovarmi durante un film per propormi un lavoro. E ricordo di aver voluto appositamente che una persona rimanesse nella mia roulotte.
Un portavoce di Weinstein ha risposto al Wall Street Journal che, in ogni caso, Jennifer Aniston “non ha mai avuto momenti spiacevoli con me”.
La Aniston ha anche recentemente parlato di Friends che nell’ultimo periodo viene da alcuni considerata offensiva.
C’è un’intera generazione di persone, bambini, che guardano oggi gli episodi di Friends e li trovano offensivi – aveva detto l’attrice parlando con con l’Associated Foreign Press. Alcune cose non erano mai state intenzionali e altre… beh, avremmo dovuto pensarci bene,ma non credo che ci fosse una sensibilità come quella di adesso.
La commedia si è evoluta, i film si sono evoluti. Ora è tutto più complicato perché devi stare molto attento, il che rende davvero difficile il lavoro per i comici, perché la bellezza della comicità è che prendiamo in giro noi stessi, prendiamo in giro la vita. Una volta potevi scherzare su un bigotto e farti una risata. Che era stato isterico. E serviva per educare il pubblico su quanto fossero ridicole le persone, e ora non ci è permesso farlo.
Tutti hanno bisogno di divertimento! Il mondo ha bisogno di ridere! Non possiamo prenderci troppo sul serio. Soprattutto negli Stati Uniti. Siamo tutti troppo divisi