La qualità “cinematica” di questo momento del gioco è un esempio del tipo di gameplay che distingue Naughty Dog da tutte le altre case di produzione videoludiche: un escamotage che costringe ad immergersi in un’atmosfera disturbante, tesa, inquieta. Non aiuta naturalmente l’ambiente, una caverna di ghiaccio antichissima, nella quale letteralmente si può nascondere qualunque cosa.
Ben presto Nate e Tenzin scoprono che gli “yeti” non sono yeti ma esseri umani mascherati (in maniera più che convincente) che agiscono da guardiani per la città perduta di Shambhala. Il punto è che fino allo scontro con essi noi che giochiamo non lo possiamo sapere: per quel che ne sappiamo uno di quei mostri potrebbe in qualunque momento emergere dal buio e aggredirci alle spalle.