Uncharted 2 e il jumpscare dello yeti: uno dei momenti più spaventosi della saga [VIDEO]

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La qualità “cinematica” di questo momento del gioco è un esempio del tipo di gameplay che distingue Naughty Dog da tutte le altre case di produzione videoludiche: un escamotage che costringe ad immergersi in un’atmosfera disturbante, tesa, inquieta. Non aiuta naturalmente l’ambiente, una caverna di ghiaccio antichissima, nella quale letteralmente si può nascondere qualunque cosa.

Ben presto Nate e Tenzin scoprono che gli “yeti” non sono yeti ma esseri umani mascherati (in maniera più che convincente) che agiscono da guardiani per la città perduta di Shambhala. Il punto è che fino allo scontro con essi noi che giochiamo non lo possiamo sapere: per quel che ne sappiamo uno di quei mostri potrebbe in qualunque momento emergere dal buio e aggredirci alle spalle.

La scena funziona anche perché rappresenta più o meno l’unico momento “horror” del gioco, mentre tutto il resto è il noto action-adventure con elementi platform che conosciamo. La saga di Drake gioca spesso con l’elemento orrifico senza mai adottarlo completamente ma sfruttandolo solo quel tanto che basta per intrigare il player e intensificare il tono del gameplay.

Ciò detto, ci viene in mente almeno un altro momento della saga che si distingue in quanto a qualità horror: nel primo Uncharted, quando Drake si fa strada in un bunker nazista abbandonato e buio, e viene aggredito da quelli che sembrano orribilmente non-morti (zombie?) di qualche tipo. Ma questa è un’altra storia.

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