Andrew Garfield è oggi uno degli attori più amati al mondo. Fin dal suo lancio nell’olimpo del cinema con The Social Network di David Fincher nel 2010 fino ad arrivare alla sua prima candidatura agli oscar con Tick, Tick… Boom!, l’attore ha dimostrato una grande capacità e poliedricità. Tuttavia probabilmente non avremmo potuto godere di questo grande attore se a guidarlo non ci fosse stata la madre Lynn, morta di cancro al pancreas nel 2019, poco prima che iniziasse le riprese proprio del musical di Netflix. Parlando con Il Corriere della Sera nel 2022, Garfield ha raccontato di come fu proprio sua madre a spingerlo a recitare.
Ha avuto una grande influenza su di me. Forse non poteva vedere e capire tutto, ma sapeva che ero un teenager infelice, avvertiva che mi ero perso per strada. Gli sport erano la mia forza, il mio sollievo e dovetti rinunciarvi: mi ero rotto il polso facendo skate-boarding e avevo subito una commozione cerebrale giocando a rugby. Fu mamma a suggerirmi una via d’uscita: “Sei un ragazzo creativo, perché non provi a fare qualcosa di diverso?”.
In un’altra intervista con Jackie Long di Channel 4, Andrew Garfield ha parlato del grande dolore provato per la morte di sua madre.
È molto difficile parlare di un dolore del genere. Voglio dire, non sono certo l’unico che può raccontare esperienze di questo tipo. Però, in momenti del genere ti senti sempre da solo e pensi: “Oh Dio, sono l’unico che ha appena perso sua madre per una malattia del genere”È stata una vera e propria agonia. Per un periodo di tempo non sono stato in grado di fare nulla. Ero devastato e il mondo non aveva più alcun senso. Mi manca più di qualsiasi altra cosa e spero che il mondo non torni ad avere senso perché non voglio che smetta di mancarmi!
Era orgogliosa dei miei successi, ma era molto più orgogliosa di come trattavo le persone nella vita quotidiana. Dava estrema importanza alle piccole gentilezze della vita. Se sono di cattivo umore e incontor qualcuno che è gentile con me e io reagisco in modo burbero, beh, sento una piccola mano sulla mia spalla. È la mano di mia madre, e la sento dire: “Andrew…”, e allora torno indietro e dico: “Ehi, scusa, sono stato maleducato”. Spero che non mi tolga mai quella mano dalla spalla
Toccante.
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