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Inoltre, anche il terrore dello scoppio di una guerra (tra NATO e Russia, come adesso) a colpi di testate nucleari non è affatto infondato nel 1983. Infatti è proprio quello l’anno in cui un allarme rivelatosi poi falso mette sull’attenti i russi, che quasi rispondono a un attacco americano inesistente, dando inizio alla guerra. Se non succede è solo merito di un tenente, Stanislav Petrov, che capisce che si tratta di un errore del computer.

Nel testo della canzone Michael e Johnson Righeira danno però per scontato che avverrà comunque, prima o dopo, tant’è che il verso “La bomba estalló” è al passato: la bomba esplose. Come a dire che è già successo, è inevitabile e bisogna già prepararsi ad un “dopo”, per quanto terrificante.

In un’intervista a Red Ronnie nel 2018, Johnson Righeira spiega: “Vamos a la playa era la canzone da spiaggia post-atomica, perché all’epoca non me ne rendevo conto ma col senno di poi devo dire che si avvertiva questa minaccia tra Unione Sovietica e Stati Uniti. C’era un po’ questa spada di Damocle che sembrava incombere su tutti noi”.

“Non l’avvertivo ma scrissi questa canzone che parlava appunto di bombe che esplodevano, di radiazioni che invece di abbronzare normalmente abbronzavano di blu, ma tanto chi se ne frega, ci sarà il mare fluorescente e non ci saranno più i pesci puzzolenti. Sarà fighissimo, dei colori nuovi“.

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