Al prossimo Festival del Cinema di Venezia verrà presentato in anteprima El Conde, nuovo film Netflix di Pablo Larrain nel quale Augusto Pinochet è rappresentato come un vampiro. Nelle ultime ore la piattaforma della grande N. ha rilasciato il primo trailer.
La storia parte dall’11 settembre 1973, data in cui il comandante militare cileno Augusto Pinochet orchestrò un colpo di stato e prese il potere sul presidente Salvador Allende. Quasi 50 anni dopo, il vampiro non morto Pinochet è fuggito in campagna, dopo aver simulato la sua morte dopo la fine del suo regime. Non è andata proprio così, ma questa è la svolta della satira gotica del regista Pablo Larraín.
El Conde è infatti l’ultima e più ambiziosa risposta del regista al trauma persistente degli anni di Pinochet. Una miscela in bianco e nero di orrore atmosferico dell’era del muto e umorismo oscuro, il film affronta l’impatto degli anni di Pinochet trasformando l’uomo in un vero e proprio succhiasangue che ha prosciugato la vita dal suo paese. La produzione Netflix aggiunge una nuova prospettiva provocatoria al rapporto del Cile con il suo ex sovrano. La portata di quella storia è così vasta che “El Conde” era stato originariamente concepito come una miniserie prima che i dirigenti di Netflix proponessero l’approccio del lungometraggio.
È una figura travolgente che ha un tale impatto nella nostra società – ha detto Larráin a IndieWire. Ha introdotto elementi di orrore, tragedia e violenza che hanno spezzato il nostro paese.
Il dittatore, che in realtà è morto pacificamente all’età di 91 anni nel 2006, è stato una minacciosa presenza fuori campo nel lavoro di Larraín sia nel thriller psicologico “Tony Manero” che in “Post Mortem“, così come nel film candidato all’Oscar 2012 “No – I giorni dell’arcobaleno” che ha documentato la campagna di successo per rimuoverlo dall’incarico.
Stavo davvero cercando di raccontarlo questa volta – ha detto Larraín. Non credo che ci sia un altro film o programma televisivo che abbia Pinochet come protagonista. Per una serie di motivi, non eravamo pronti a farlo e ho sentito che questa era una buona opportunità per puntargli una telecamera in faccia.
Il leggendario attore cileno Jaime Vadell interpreta Pinochet a un bivio. La sceneggiatura di Larraín, co-scritta con il collaboratore abituale Guillermo Calderón, immagina Pinochet come una creatura nata circa 250 anni fa che ha iniziato la sua vita combattendo contro la Rivoluzione francese. Da lì, ha combattuto attraverso una serie di rivoluzioni fino allo sbarco in Cile, dove le sue aspirazioni autocratiche hanno potuto essere pienamente realizzate.
La sua storia, narrata da una donna la cui identità rimane un mistero fino al finale, ruota attorno al desiderio del vampiro di porre fine alla sua vita e sistemare la sua eredità con i suoi figli adulti maldicenti. Nel frattempo, mentre sua moglie (Gloria Münchmeyer) ha una relazione con il suo maggiordomo (Alfredo Castro) e una suora sotto copertura (Paula Luchsinger) si traveste da contabile nel tentativo di abbatterlo, Pinochet contempla la sua persistente presenza nella società cilena.
Pinochet era un uomo che non ha mai affrontato un processo per quello che ha fatto – ha detto Larraín. Quell’imprudenza lo ha reso eterno. Questo è quello che è successo a noi