A partire dal 1996 infatti inizia a soffrire di disturbi psichici e paranoici, convincendosi dell’esistenza di alieni e di agenti governativi che lo seguono e lo sorvegliano. Si fissa con il verso “Some of those that work forces / Are the same that burn crosses“, tratto dalla canzone Killing in the Name dei Rage Against the Machine, del 1992.
Le sue paranoie trovano un nuovo pubblico quando lancia un canale YouTube, tramite il quale si fa conoscere anche per i suoi sfoghi e insulti razzisti, sostenendo nell’esprimersi in tal modo di difendersi da un tipo parallelo di discriminazione esercitato contro di lui. E i suoi video e il suo modo di parlare, spesso con continui riferimenti religiosi, gli attirano antipatie e ban sui forum online a non finire.
Rimane famosa una sua citazione: “I ne*ri della C.I.A. brillano nel buio”, dalla quale deriva il termine “glowie” usato online per indicare attività governative o istituzionali sotto copertura o infiltrazioni in gruppi, siti o forum su Internet. Di certo la personalità di Davis colpisce tutti e il pubblico si divide tra fan che lo adorano e hater che lo deridono.
Dopo aver vissuto con i genitori fino al 2017 con un assegno di mantenimento per invalidi, nel 2018 muore investito da un treno della Union Pacific mentre cammina vicino ai binari, nell’Oregon. Ancora impossibile stabilire se abbia voluto togliersi la vita. Quel che è certo è che la sua personalità e la sua figura continuano a far discutere, nel mondo della programmazione e non.
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