In ogni caso, il ruolo del modello è sempre apparso inessenziale e significativo solo come compagno e padre: e da qui il paradosso creato dall’inversione, nel film, dei gender role tra maschio e femmina laddove la società tradizionale e patriarcale vedeva appunto la donna essenziale solo in quanto compagna e madre.
Nel film, invece, Allan è emancipato a sua volta e proprio per questo più in linea con il pensiero delle Barbie e contrario al neo-patriarcato imposto da Ken. Non è un marito, non è un padre e non si sente convalidato solo dalla compagnia femminile, ma sa vivere da sé e bastare a sé stesso senza cercare continuamente conferme.
Il motivo per cui a Barbieland c’è un solo Allan, al di là del riferimento alla scarsa notorietà e fortuna del suo modello, risiede quindi proprio in questa sua unicità, che paradossalmente lo distingue tra tutti i Ken eccezionali e competitivi, proprio in quanto individuo “normale”, che non si sforza sempre di essere migliore o di cambiare tutto.
Aggiungiamo una ottima interpretazione di Michael Cera, attore del resto abituato a interpretare simili ruoli anti-macho, e l’inserimento di Allan nel film risulta perfetto e conferisce forza al messaggio del film, riuscendo nel contempo ovviamente anche a divertire. Un altro grande aspetto di Barbie.