Una delle scene più potenti de La Storia Infinita, ma anche la più spaventosa: quanti di voi non riuscivano a vederla da piccoli?
La Storia Infinita rimane uno dei film più magici e intensi degli anni ’80, e anche chi di noi non l’ha visto al cinema ma l’ha potuto apprezzare da piccolo ricorda con affetto le avventure di Atreyu e la grande metafora sulla creatività e sull’immaginazione celata tra le pieghe della storia di Michael Ende.
Ma se è vero che per la maggior parte The Neverending Story (come la conosciamo anche per via del titolo della canzone di Giorgio Moroder) riprende i classici ingenui scenari fantasy di quel decennio ed è quindi avventurosa, appassionante e avvincente, è anche vero che non mancavano nel film momenti particolarmente traumatici.
Un esempio celebre è quello della comparsa di Gmork, una delle creature più spaventose che si possano trovare nel cinema anni ’80 strettamente non-horror. Ha la forma di un lupo ma come spiega al suo incontro con Atreyu, il ragazzo protagonista, si tratta in realtà di ben più di un animale.
Atreyu lo incontra in mezzo ad alcune rovine abbandonate nel corso della sua avventura, dove ritrova alcuni murali che gli anticipano cosa incontrerà nel suo futuro. Una delle immagini è proprio quella di Gmork ed è già spaventosa rappresentata come murale; Atreyu non può sapere che quel che lo aspetta è ben peggiore.
Infatti Gmork compare subito dopo, emergendo da una caverna lì vicino e facendo anche prendere allo spettatore un mezzo infarto. Questo il momento in cui molti di noi da bambini irrimediabilmente chiudevano gli occhi, foss’altro per lo spavento stesso della comparsa del mostro, ma anche un po’ per la sua stessa appariscenza.
Gmork spiega di essere un servitore del Nulla, che rappresenta la perdita delle speranze e dei sogni dell’umanità, mentre Fantàsia al contrario vi si contrappone in quanto creata dalla potenza dell’immaginazione umana. Atreyu, in quanto rappresentante dell’umanità in questa disfida, va eliminato. Ma il ragazzo è coraggioso e affronta la bestia, sconfiggendola: una scena incredibilmente memorabile, e che resta nel cuore.