Ancora più geniale il fatto che iniziamo il gioco proprio nei panni di Sarah. All’inizio non ci viene detto nulla e per quel che ne possiamo sapere (anche se ovviamente vari trailer e anticipazioni annunciano diversamente) la protagonista potrebbe anche essere lei. Non possiamo immaginare che di lì a poco morirà, e in maniera anche brutale.
C’è anche da dire che la mortalità infantile, o di personaggi molto giovani come ragazzi e ragazzine, viene spesso evitata dalla narrativa americana perché considerato tema molto sensibile (si pensi alla moglie del rev. Lovejoy dei Simpson: “Qualcuno pensi ai bambini!”) e quindi particolarmente traumatico per quella particolare fetta di pubblico.
Non che noi europei siamo rimasti insensibili alla cosa, certo. Ed ecco perché ci è poi più facile identificarci in Joel e capire le sue ragioni quando nella sua mente collega Ellie a Sarah, nella segreta speranza di riempire il vuoto che la morte della figlia, così improvvisa, ha creato in lui.
Per finire, rimane la potenza della scena stessa: i due vengono colpiti proprio quando più vulnerabili, e più convinti di trovarsi al sicuro. Lo stesso Joel rischia di morire (ci rimette l’udito a un orecchio) ma è la sua umanità a venire demolita nel momento stesso in cui Sarah gli muore tra le braccia. Una sequenza indimenticabile, e terribile da rivedere ancora oggi.