Il personaggio per come interpretato da Lloyd è comunque riuscitissimo e lo prova il fatto che in moltissimi si ricordano più di lui e delle terrificanti scene che lo vedono in azione che del resto del film, che pure contiene molti momenti memorabili e altre figure “ragguardevoli”, come quella parodistica di Jessica Rabbit.
Tanto per dare un’idea di come sia stato scritto come cattivo, inizialmente il film doveva rivelare che il giudice Morton era nientemeno che lo stesso uomo che aveva ucciso la madre di Bambi nel famoso film del 1941. Tanto per dire. Nella sua interpretazione, Christopher Lloyd cercò di non sbattere mai le ciglia perché i cartoni non lo fanno mai, dando un indizio sulla natura del giudice ma rendendolo anche più pauroso.
Due le scene in cui lo ricordiamo meglio. Una è quella in cui uccide una scarpa-cartone gettandola “nella salamoia” (in realtà un miscuglio di trementina, acetone e benzina, unica sostanza in grado di annientare un cartone animato), mettendoci di fronte a qualcosa di traumatico per dei bambini e cioè appunto la “morte” di un personaggio animato.
L’altra è ovviamente la scena finale del film, nella quale rivela di essere egli stesso un cartone animato, svelando un paio di terrificanti occhi rossi e quasi uccide Eddie (Bob Hoskins). Un altro trauma: un cartone animato che uccide un essere umano in carne ed ossa? Grottesco, persino se avviene “solo” per finta, appunto. Protagonista di tutto questo: un villain a tutto tondo che è rimasto nella storia.